C’è chi ha intrapreso l’avventura su una due ruote motorizzata e ha attraversato un intero continente, chi su una due ruote spinta solo dal proprio sudore, ma di chilometri ne ha macinati lo stesso tanti. Chi si è affidato ai propri piedi e chi all’ape car. Indipendentemente dal mezzo prescelto, dalla destinazione, dalla durata, un viaggio è sempre un viaggio. Un’occasione unica per vivere esperienze nuove, profonde, gratificanti e difficili. A volte è anche un momento di riscatto dopo mesi e mesi trascorsi sul lettino di un ospedale. Altre volte è semplicemente un tour divertente da vivere con i propri compagni.

Ma c’è una possibilità in più: partire con una motivazione ulteriore, partire coinvolgendo molte più persone portando ognuna di esse nel proprio zaino. Come? Affiancando alla propria avventura un’altra sfida: raccogliere fondi per una buona causa e trasformando così il proprio tour in un viaggio solidale. L’hanno fatto Stefano, Vivaldo, Alessandro e lo faranno Irene, Valerio, Carlo e Sara e puoi farlo anche tu. Ecco le loro testimonianze.

Il team di Io Donna nella loro traversata dell'Italia con una ape car


Il Giro d’Italia con l’ape

Oltre 1400 chilometri, quelli che separano Milano da Catania, da percorrere in 9 giorni a bordo di un Ape Calessino: è l’idea dei partecipanti di The Gira, acronimo che sta per Great italian rickshaw adventure. Per un simile viaggio di solito si usa l’aereo, molto più rapido e comodo. Ma vuoi mettere l’avventura di attraversare l’Italia a bordo di una tre ruote? Un mezzo di trasporto lento, perfetto per godere delle bellezze dell’intero stivale e per raccogliere al contempo fondi per un fine benefico. Un viaggio nel viaggio, con tanti paesi e ambienti attraversati, tante persone incontrate e soprattutto tanti fondi raccolti per sconfiggere la SLA. L’obiettivo era arrivare a 7mila euro; Alessandro Onnis e Stefano Corti (i ‘coinquilini’ del programma tv Pechino Express), le giornaliste di ‘Io donna’ e gli altri team sono riusciti a portare alla loro causa oltre 27mila euro.

I ragazzi del Motoclub Endurology nella loro attraversata dell'Africa in moto


Una moto attraverso un continente

Dalla tre ruote per attraversare l’Italia alla due ruote motorizzata per attraversare un intero continente: l’Africa. 41 giorni in moto attraversando 12 nazioni, 14.500 km, diversi deserti, alcune catene montuose, laghi piccoli, medi ed enormi, fiumi mitici come il Nilo e lo Zambesi ed una quantità di paesaggi indescrivibile. Un'esperienza indimenticabile, forse unica e non solo per tutto quello che è già stato elencato.

Un viaggio unico perché non c’erano solo i ragazzi del Motoclub Endurology, ma anche tutte le persone che li hanno accompagnati chilometro dopo chilometro donando 3.550 euro per la loro causa “Una corsa per… nutrire il Rwanda” che prevedeva l’acquisto di terreni coltivabili da donare alla popolazione locale. Perché la moto non è solo sinonimo di libertà, viaggi e territori da scoprire. Moto può voler dire anche solidarietà.

Vivaldo Lleshi nel suo viaggio in bici dalla Scozia all'Itaia


Scozia-Italia: in bici

Ci sono persone che decidono di mettersi in viaggio per recuperare il tempo perduto, il tempo sottratto loro da una malattia che li ha costretti in un lettino di ospedale. Ci sono tanti luoghi che vogliono visitare, tante avventure che vogliono vivere, tante persone che vogliono conoscere e tante altre che vogliono aiutare attraverso la loro storia e la loro impresa. Come Vivaldo Lleshi, 21enne, 2 interventi e 4 cicli di chemioterapia per sconfiggere un cancro ai testicoli diffuso poi ai polmoni, ma soprattutto un grande amore per la bicicletta.

Una volta vinta la sua battaglia con la malattia, per riscattarsi sale sulla sua due ruote e parte per un suo personalissimo giro d’Italia . Pedalata dopo pedalata ci prende gusto, tanto da programmare un nuovo viaggio molto più ambizioso: dalla Scozia all’Italia, passando per Amsterdam, Strasburgo, Zurigo. 25 giorni di fatica, 100 chilometri al giorno, cinque ore di pedalate e l’ospitalità offerta dalle persone incontrate lungo la strada. Ma Vivaldo non pedalava solo per sé, pedalava anche per tutte quelle persone che ancora stanno affrontando il cancro. Ha raccolto così 1640 euro da donare a sostegno dei malati oncologici.

Alessandro Lorenzi durante il suo cammino verso Santiago


A piedi a Santiago con una missione

Una storia simile è quella di Alessandro Lorenzi, pensionato bergamasco, sopravvissuto ad un tumore e ad un infarto che decide di percorrere a piedi l’intero Cammino di Santiago partendo da Saint-Jean-Pied-de-Port in Francia. Ma l’essere vivo, l’aver sconfitto un terribile male e il dimostrare a se stesso di potercela fare non gli bastavano, voleva una motivazione in più. Così decide di aiutare chi ancora sta combattendo e raccoglie chilometro dopo chilometri 3mila euro per l’Associazione Italiana per al Ricerca sul Cancro (AIRC)  .

Una ragazzina della scuola popolare della Cooperativa di Nuevo Horizonte in Guatemala


Il viaggio è la destinazione

C’è poi chi a destinazione ci arriva con un aereo, ma il viaggio lo inizia lì lavorando in un campo di volontariato. Come Maria Anna, Irene, Valerio, Carlo, Sara, Simone, Federica e Chiara, 8 volontari impegnati per tre settimane in Guatemala a sostengo dell’associazione AMKA. Otto volontari che vivranno e lavoreranno per tre settimane nelle comunità indigene di Santa Rita e Nuevo Horizonte in Peten, nel nord del Paese per aiutare le donne con progetti concreti come gli ‘orti ecologici’. Un viaggio che è più di una vacanza, è un’esperienza di vita e umanità.

 

Inizia anche tu a raccogliere per una causa che ti sta a cuore

Scopri qui come fare