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Il consolidamento del digitale, la crescita del personal fundraising e l’adeguamento alla Riforma del Terzo Settore sono tra i principali trend del fundraising 2022. Ecco cosa cambierà

Tra i trend del fundraising nel 2022 assisteremo all’assestamento di alcuni processi già in corso. In primis la digitalizzazione e l’adeguamento ai cambiamenti introdotti dalla Riforma del Terzo Settore. Molte organizzazioni non profit si trovano ancora a gestire le conseguenze della pandemia, specialmente nel settore culturale. Fondamentale sarà puntare sul personal fundraising, sulla capacity building e sulla formazione di personale qualificato.

L’introduzione del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore

Se da un lato il Covid ha accelerato alcuni processi, come il passaggio al digitale, dall’altro ha rimandato alcune scelte che le organizzazioni non profit saranno costrette a fare nel corso del 2022. Il cambiamento nel Terzo Settore è già in atto, con l’attuazione dalla Riforma. L’introduzione del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) richiede ora di ridefinire le modalità di raccolta fondi e della gestione organizzativa. Per molte realtà sarà necessaria un’analisi interna e un adeguamento rapido alle nuove normative.

Personal Fundraising e capacity building

Un obiettivo importante per il 2022 sarà l’investimento dal parte delle organizzazioni su capacity building e personal fundraising. La pandemia ha portato molte persone a mettersi in gioco in prima persona. Sono centinaia le campagne di crowdfunding lanciate da privati cittadini. Questo trend non sarà volatile ma si stabilizzerà nel corso del 2022. Al contempo, sarà necessario da parte delle realtà del non profit investire tempo e risorse nello sviluppo delle capacità e dell’efficienza a livello gestionale, operativo e programmatico.

Fundraising culturale 2022: meno sponsorizzazioni e più welfare culturale

Sono ancora poche le organizzazioni culturali che investono su personale qualificato e professionalmente preparato nel fundraising. E, per via delle limitazioni burocratiche, è ancora lunga la strada per un coinvolgimento dei donatori privati simile a quello che avviene nel mondo culturale anglosassone. Tuttavia, nel 2022 le organizzazioni che hanno saputo mantenere, a teatri e musei chiusi, un canale di comunicazione e relazione costante con il proprio pubblico godranno dell’effetto positivo del lavoro fatto sul digitale.

Nel mondo corporate poi calerà il peso delle sponsorship, che ha mostrato tutti i suoi limiti quando sono saltate le stagioni artistiche. L’attenzione nel 2022 sarà alla costruzione di relazioni e di sostegno che vanno oltre il meccanismo della visibilità. Si tratta di un lavoro con le aziende più strutturato, per mostrare loro come le organizzazioni culturali siano davvero una risorsa a 360 gradi per il proprio territorio.

Digital fundraising 2022: verso il consolidamento

Che nel 2020 e 2021 il digital fundraising sia cresciuto è un dato di fatto. Ora la sfida è che questo boom si consolidi e diventi davvero un asset strategico all’interno delle organizzazioni. Il digitale non è ancora strutturale nei piani di fundraising, ma l’online ha bisogno di investimenti e tempi elevati. In generale l’approccio multicanale sarà una tendenza del 2022, per raggiungere il donatore in modi e luoghi diversi. Così come un utilizzo dei social network sempre più votato al fundraising diretto, piuttosto che alla semplice awareness.

Valeria Vitali

Dopo una laurea in Scienze Politiche presso Università degli studi di Pavia e un Master in Cooperazione e Sviluppo a Barcellona, ha iniziato il suo percorso professionale in Italia, occupandosi di comunicazione, per poi allargare i suoi orizzonti all’estero. È proprio qui che nasce l’idea di Rete del Dono, l’idea di diffondere in Italia una rivoluzione culturale che avvicini le persone al dono, inteso come gesto di impegno civile. L’innovazione digitale ha fatto la sua parte, facilitando e dando maggior concretezza a questo progetto costruito insieme ad Anna Siccardi.

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