Il tema è la trasformazione del welfare, perché i bisogni di cura non ricadano più soprattutto sulle spalle delle donne, perché si attuino politiche di conciliazione tra i compiti di cura e di lavoro e perché cresca la leadership femminile. Siamo, infatti, fra gli ultimi Paesi in Europa in termini di occupazione e leadership femminile. E la buona notizia è che c’è chi, anche insieme a Rete del Dono, ci sta lavorando. In modo molto pragmatico e in un luogo molto preciso.
 
Si tratta di Antonella Parigi e del progetto da lei ideato: Torino città per le donne. che ha l’obiettivo di inserire nel programma elettorale del futuro sindaco la trasformazione di Torino in una città per le donne, non solo perché possano finalmente avere tutti i diritti che la nostra Costituzione sancisce, ma soprattutto per avviare quel cambiamento profondo che il mondo chiede per ritrovare equilibrio.
 
Antonella Parigi, manager culturale, dal 2014 al 2019 Assessore alla Cultura e al Turismo nella giunta Chiamparino, è stata una degli organizzatori del Movie Club e del Festival Cinema Giovani, nonché co-fondatrice della Scuola Holden, insomma una donna che conosce profondamente Torino. E ne è talmente innamorata da voler continuare a dare il proprio contributo: «La campagna elettorale per le amministrative ha evidenziato un vuoto politico e un bisogno sociale verso i quali non si può far finta di niente. Per questo motivo ho deciso di rompere il silenzio e di dare un contributo concreto per sopperire a questa mancanza di consapevolezza in merito ai problemi della città».
 
 
Antonella ha tre amiche che fino a poco tempo fa non si conoscevano. Un giorno le chiama ed espone loro la sua idea. È  così che, insieme, danno vita a Torino città per le Donne. Loro sono: Arianna Montorsi, docente di Fisica al Politecnico di Torino, Laura Orestano, amministratore delegato Socialfare, Maria Claudia Vigliani, neurologa presso la Città della Salute e della Scienza.
 
L’idea di Torino città per le Donne è legata a una passione femminista oppure esula da qualsiasi spirito ideologico?
 
Io sono sempre stata sensibile alle tematiche legata alla questione femminile, anche in forza di esperienze di vita vissuta. Tuttavia non nasco con una propensione femminista, ne ho piuttosto sviluppato la sensibilità lavorando. Infatti il tema centrale del progetto è l’occupazione femminile.
 

Che cosa volete portare in campo?

 
Come scriviamo nel nostro manifesto, le donne rappresentano una risorsa fondamentale per una politica che abbia come obiettivo un totale cambiamento dell’approccio. Pensare all’occupazione delle donne significa aumentare la loro autonomia e soddisfazione, la possibilità di spesa delle famiglie, sostenere i consumi e quindi in definitiva sostenere l’inclusione, lo sviluppo e il lavoro di tutti. Molte donne vogliono anche essere madri. È una scelta personale con un grande valore collettivo. In Italia, in Piemonte in particolare, si fanno pochi figli anche perché non vedono prospettive certe per il loro futuro e hanno difficoltà a conciliare lavoro e maternità. Questa scelta va riconosciuta e supportata, attraverso la promozione dell’occupazione femminile e l’attenzione alle necessità delle famiglie e a quei servizi accessori che ne semplificano la vita. In poche parole: più welfare che preveda per esempio il congedo parentale per i padri.
 

In quante siete?

 
In quanti… ci sono anche uomini che hanno firmato il manifesto. In tutto siamo in 700 firmatari e 60 volontari che stanno lavorando nei comitati organizzativi, al fine di elaborare la proposta che faremo alla cittadinanza e alle istituzioni, e che vogliamo venga inserita nel programma elettorale del futuro sindaco. I tavoli di lavoro sono incentrati sui seguenti temi: lavorare, abitare, decidere, educare, amministrare, convivere, curare e promuovere benessere. Nel frattempo abbiamo raggiunto 3.000 follower su Facebook. E tutto questo in soli due mesi.
 

La comunità è dunque un valore fondamentale per il progetto.

 
Certamente. Quando le buone idee intercettano un bisogno autentico, non hanno bisogno di comunicazione, nel senso che diventano naturalmente generative. È quello che sta succedendo a Torino.
 

E che potrebbe succedere in altre città.

 
Ci piacerebbe, infatti, che anche in altre città si generi questa rete di idee, affinché diventino proposte concrete per il cambiamento. In realtà sta già succedendo…
 

Che cosa c'entra Rete del Dono con Torino città per le donne?

 
Abbiamo scelto Rete del Dono come partner, perché è una realtà totalmente in sintonia con i nostri valori, in particolare per quanto riguarda l’intuizione dell’importanza della comunità e la capacità concreta di fare rete. D’altronde siamo un gruppo di persone che si stringono insieme per raggiungere un obiettivo per il bene comune e Rete del Dono ci sembra un ottimo luogo per farlo. Qui ulteriori approfondimenti.