Anche se spesso viene presentato come l’ultima novità della comunicazione, non c’è niente di più antico dello Storytelling. Siamo immersi nelle storie da sempre, cioè da quando condividiamo le nostre e ci emozioniamo di fronte a quelle degli altri. Eppure, sebbene raccontarsi sia uno dei gesti più antichi e consolidati, molte persone si trovano tuttora in difficoltà nell’affrontarlo. Paradosso nel paradosso, ciò accade con maggiore frequenza nel Non Profit, settore che di sicuro non manca di storie da raccontare. E per storie intendiamo storie autentiche, finalizzate non a rifilare l’ultimo gadget alla moda all’ignaro consumatore ma a mettere in comune persone, vicende, impegno e dedizione che animano le sfide solidali.

Lo abbiamo ripetuto spesso qui nel blog e lo diciamo di nuovo oggi. ONP, Aziende solidali, Personal Fundraiser e volontari nascondono, spesso in senso letterale, un inestimabile bagaglio narrativo che vale la pena di essere condiviso. Farlo per bene non è banale: le recenti evoluzioni della comunicazione impongono di sapersi destreggiare tra scrittura creativa e stile giornalistico (indispensabile per costruire un testo che abbia ritmo), di saper lavorare con foto, video, contenuti multimediali, comprendere i social media e il loro funzionamento. Una mole di lavoro, impegno e competenze che può spaventare. E’ normale.

Per questo motivo abbiamo deciso di raccogliere una serie di suggerimenti che servono ad agevolare le attività di Storytelling. Il nostro vuole essere un contributo iniziale, una “cassetta degli attrezzi” da cui partire per raccontare al meglio la propria storia di impegno e solidarietà.

Organizzazioni Non Profit, Fundraiser, volontari: tutti sono mossi da emozioni particolari che hanno fatto scegliere loro un certo tipo di impegno e di percorso. Quelle emozioni sono la base delle storie che li riguardano, e per questo meritano di essere raccontate. Ogni storia ha almeno tre punti fondamentali: ha un inizio, una conclusione e, soprattutto, un punto di tensione nel mezzo che la rende preziosa. Questi sono tutti elementi che vanno capiti e valorizzati, in modo da creare una narrazione emotivamente significativa e rilevante. 

Conosci i tuoi interlocutori - Conoscerli è fondamentale per decretare il successo di ogni buona storia. Per questo motivo, prima di realizzare un qualsiasi contenuto, è importante conoscere il nostro target di riferimento e declinare il contenuto.

Metti l'individuo al centro - Una storia è tale perché fatta di persone che la rendono unica. E' determinante riuscire a valorizzare la loro unicità, la loro gioia nel mettersi in gioco e con buona probabilità otterrai una buona storia.

Definisci uno Stile - La semplicità prima di tutto. Storytelling significa produrre storie non artefatte ma immediate. Spesso si pensa di non avere molto da raccontare, ma non è così. Prendersi una pausa (anche di poche ore) aiuta a focalizzare le idee e a prendere i primi appunti su ciò che si vuole dire e come.

Scegli il canale di comunicazione - Potenzialmente ognuno di noi è uno storyteller. Il trucco sta nella nostra abilità di saper costruire una storia in funzione del canale di comunicazione. I lettori digitali sono affezionati a testi agili, preferiscono contenuti veloci da fruire, foto, video, infografiche. Se intendi veicolare le tue storie online usa uno stile adatto al web.

Prima la storia o il canale? La sinergia tra piattaforme è un ottimo modo per dare la giusta visibilità ai propri contenuti. Blog, social network e tecnologie varie ci permettono cose prima impensabili, eppure spesso si tende a piegare le esigenze dello Storytelling alle caratteristiche imposte dal singolo medium. E’ bene trovare una via di mezzo, senza dimenticare mai la necessità di coniugare gli obiettivi del racconto alla natura dei canali che vogliamo o dobbiamo usare.