Che sia per una relazione, un obiettivo o un interesse, blog e social media servono a unire le persone. Ogni giorno in milioni producono contenuti o utilizzano servizi come Facebook, Twitter o Instagram per conoscere, informarsi, gestire ampie porzioni della propria socialità, sperimentando in presa diretta dinamiche di relazione “di Rete”. Logico dedurre, quindi, che anche attività come Fundraising o Crowdfunding possano trarre un loro beneficio dal corretto utilizzo dei singoli canali e, soprattutto, dall’adozione di una cultura del digitale volta non solo a far parlare di sé ma anche a condividere e coinvolgere. Abbiamo approfondito questi argomenti con Riccardo Friede, consulente di Fundraising e Marketing per piccole e medie Organizzazioni Non Profit, e Rudy Bandiera, blogger tra i più noti esperti di social network in Italia.
Riccardo, Negli ultimi anni blog e social media si sono imposti al punto da diventare un nuovo linguaggio di comunicazione atto a condividere e coinvolgere. Che impatto ha avuto questa rivoluzione sul mondo del fundraising?
Ha avuto senz’altro un impatto forte, ma piuttosto vago rispetto ad alcuni elementi. Mi spiego: non c’è una correlazione diretta tra una buona gestione della propria presenza sui social network e la raccolta di donazioni online. Ma è anche vero che le Organizzazioni Non Profit, come tutti gli altri soggetti che hanno una certa visibilità, sono sotto osservazione, soprattutto se sono presenti sul Web. Ciò vuol dire che gestire la propria reputazione è fondamentale, e la Rete è il luogo principale dove costruirla e diffonderla. Questo aspetto va curato con enorme attenzione, perché è dimostrata una relazione tra l’avere un “brand forte” in Rete e la capacità di attrarre donatori. Da ciò deriva la mia personale raccomandazione alle Onlus che vogliono sperimentare questo territorio: se scegli di essere presente online, fallo bene.
Ci racconti qual è la tua esperienza a cavallo tra social media e Fundraising?
L’Italia è da sempre un paese legato ai canali tradizionali di donazione. Tuttavia, blog e social network sono perfetti per fare community, soprattutto se si vuole parlare a un pubblico di giovani. Le reti sociali digitali possono essere usate per moltiplicare le relazioni tra le persone; in questo modo si ampliano i confini della propria community di riferimento ed è possibile ricreare le stesse dinamiche che, offline, sono in grado di dare forza e prestigio. Ma il primo punto in ordine di importanza è sempre il ritrovarsi tra persone e condividere.
Secondo te, qual è l’approccio corretto per integrare blog e social media nelle altre attività a supporto del Fundraising?
Il blog è il luogo di posizionamento dei contenuti e del valore di un'Organizzazione Non Profit o di un’azienda, posto che si sappia riservare un occhio di riguardo alle esigenze del proprio pubblico di riferimento, anche analizzandone i comportamenti online. In più, il blog è una soluzione alla portata di tutti, e questo lo rende uno strumento estremamente efficiente. Quanto ai social network, un corretto utilizzo vuol dire calibrare contenuti e relazioni sulle esigenze del donatore. Quando noi parliamo di “social” parliamo di persone che replicano le dinamiche ben note offline e alimentano la tua credibilità, viralizzando i contenuti che proponi.
La scorsa settimana, al Festival del Fundraising, Marcia Stepanek della Columbia University ha parlato di Social Media 3.0. A tuo avviso trasformare follower in donatori è possibile per il contesto italiano? Quali sono i take out del suo intervento?
Il tema del suo intervento al Festival del Fundraising era “come generare attivisti”. Attività in cui negli Stati Uniti sono molto più avanti di noi, non tanto per una questione tecnologica, quanto per una più radicata cultura della filantropia. Le charity fanno raccontare ai propri sostenitori; è così che poi raccolgono. In Italia siamo ancora timidi, e poi il nostro è un mercato che ha altre dimensioni. Però tra qualche anno cose simili potranno accadere anche qui: bisogna avere pazienza e coltivare la promozione culturale.
Rudy, dopo la fase pionieristica, blog e social media sono una realtà. Qual è stato il loro impatto sul mondo della comunicazione e quali evoluzioni ti aspetti nel prossimo futuro?
Cavolo, domanda complessa. Allora, i blog sono una cosa e i social un'altra. I primi sono maturi da tempo, anzi forse un po' "passati" e in declino, i secondi in fase crescente. Io vedo una sorta di fusione, ovvero dei social network che fungano anche da blog.
Quale deve essere la mentalità giusta per comunicare con efficacia nell’ecosistema 2.0?
Deve essere necessariamente rivolta agli altri e "utile" nell'accezione più ampia del termine. Una comunicazione utile deve in sostanza soddisfare almeno uno di questi due bisogni: divertimento e soluzione dei problemi. Il massimo dell'utilità si raggiunge risolvendo problemi in modo divertente.
Secondo te, come può il mondo del Non Profit utilizzare al meglio blog e social media?
Come sopra. Non possiamo pensare di fare inbound o che le persone vengano da noi per la nostra bella faccia: o li divertiamo o gli risolviamo dei problemi.
E ci sono invece contenuti più efficaci di altri? O uno stile di comunicazione che ti sentiresti di consigliare?
Io penso si debba sempre differenziare. Siamo tutti molto complessi in quanto individui, e abbiamo decine di stati d'animo diversi tutti i giorni, quindi i contenuti devono essere diversi, come tono e come forma. Cambiare, sempre, mantenendo la stessa linea comunicativa, sempre. Cambiare rimanendo uguali a se stessi... facile no?
Social media 3.0: in cosa consiste secondo te questa nuova era e quanto ci siamo vicini?
Ci siamo dentro! I social network stanno cambiando le nostre vite, le vite di tutto noi. Facebook ha cambiato il mondo di concepire la parola “amicizia", il che implica un cambiamento radicale anche nei nostri cervelli e nei nostri modi di fare. Siamo sommersi dalle informazioni, le fonti sono sempre più oscure, le ideologie sempre più frammentate. Siamo in un mondo in cui tutto cambia e lo fa a una velocità sconcertante per qualcuno, scoraggiante per altri ed esaltante per altri ancora. Io vi consiglierei di farvi esaltare... poi dipende da voi!
Contenuti e promozione culturale da un lato, entusiasmo nell'affrontare il cambiamento dall'altro: è il messaggio che oggi i nostri due ospiti, Riccardo e Rudy, ci trasmettono. Per chi volesse saperne di più su Fundraising e Crowdfunding, ovviamente consigliamo di dare un'occhiata ai nostri progetti sul portale Rete del Dono!