Passione & Innovazione. Questo il tema della terza edizione del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale 2015, che Rete del Dono, insieme a tutti i protagonisti dell’evento, ha cercato di declinare con intensità e dinamismo.

La passione per il Personal Fundraising. Questo è il tema del libro Personal Fundraising e Crowdfunding - Nuove prospettive per il fundrasing online, frutto di una ricerca condotta da Cergas Bocconi e coordinata da Alessia Anzivino e Giuliana Baldassarre. Protagonista il personal fundraiser, ovvero il singolo individuo sostenitore di una buona causa che non si limita a donare ma decide di fare un passo in più diventandone ambasciatore, donando e invitando la propria rete sociale a donare. Un manuale d’uso, ma anche una raccolta delle testimonianze di chi il Personal Fundraising lo ha fatto davvero e continuerà a farlo: perché far del bene, e contribuire a far del bene, fa stare bene.

Ma non è tutto. Il Personal Fundraising è anche e soprattutto innovazione, innovazione del modo con cui un organizzazione non profit pensa la relazione con i propri sostenitori e donatori. Promuovere il personal fundraising significa infatti dare fiducia ai propri donatori e offrire loro l’opportunità di diventare i veri protagonisti e driver della raccolta fondi, sostenendo un progetto e coinvolgendo la loro cerchia sociale in questo gesto di solidarietà.

La cosa interessante è che non sono solo gli individui ad attivarsi a sostegno di una buona causa, ma anche le aziende. Il mondo corporate si sta lentamente avvicinando alla pratica del personal fundraising includendolo nelle proprie strategie di Corporate Social Responsibility.

Questo tema è stato oggetto della tavola rotonda “Crowdfunding e Personal Fundraising: oltre la solidarietà” coordinata da Alessia Maccaferri, Il Sole 24 Ore, e a cui abbiamo partecipato insieme a Tony Panigalli di Wyg Wyg e a due dei nostri top personal fundraiser. Massimo Arioli di The Gira, start up milanese che ha da poco concluso una campagna di Personal Fundraising a sostegno della ricerca sulla SLA, e Cristina Bianchi di Fondazione Dottor Sorriso Onlus che, da oltre quattro anni, coinvolge Power Emprise srl in un attività di raccolta fondi in occasione di Milano Marathon.

Vediamo cosa accomuna queste esperienze. Innanzitutto il personal fundraising offre all’azienda la grande opportunità di diventare driver e protagonista di un progetto di solidarietà, coinvolgendo i propri dipendenti.

Si parte da una semplice iniziativa di team building aziendale per coinvolgere gradualmente i dipendenti in un attività di raccolta fondi a sostegno di un progetto di solidarietà. Nella misura in cui la “scelta del progetto e della buona causa è condiviso internamente, si registra un maggior coinvolgimento” precisa Cristina Bianchi “perché cresce nei dipendenti la consapevolezza di lavorare per un’Azienda che è interessata anche a fare del bene dedicando tempo e risorse”. Non solo, la presenza di un Ambassador aziendale che ci metta la faccia e promuova l’iniziativa dal basso, coinvolgendo i colleghi, gioca un ruolo fondamentale sia per acquisire consenso e alimentare il meccanismo virtuoso della donazione, che per accrescere la reputation dell’azienda.

“Il meccanismo di emulazione si scatena immediatamente dando il buon esempio e creando dei meccanismi di ingaggio anche sotto forma di gioco” aggiunge Massimo Arioli “noi regalavamo baci a fronte di donazioni”.

In sintesi il Personal Fundrasing si propone come un nuovo modello partecipato e attivo di CSR in grado di coinvolgere tutta la realtà aziendale, avvicinandola alla solidarietà in modo partecipato, responsabile e concreto.