Nella gara della solidarietà non ci sono solo atleti ai blocchi di partenza. A Roma, ad esempio, chi non corre la maratona può iscriversi alla Fun Run, la stracittadina non competitiva aperta a tutti che si snoda per 4,5 chilometri dai Fori Imperiali al Circo Massimo e prende il via subito dopo la classica da 42 chilometri. Anche quest'anno, la Fun Run ha visto il coinvolgimento di varie associazioni di volontariato del territorio e ha segnato una partnership tra gli organizzatori (CESV-SPES, Centri di Servizio per il Volontariato del Lazio) e l'associazione “Maratona di Roma”, un passo in più per allargare la base dei partecipanti. Francesca Amadori, vice-direttrice SPES, racconta risultati e progetti per il futuro.
Corsa, divertimento e solidarietà: questo il mantra per la Roma Fun Run 2018
Manifestazioni come questa sono una grande chance per le associazioni, che hanno l'occasione di farsi conoscere e ricevere donazioni per sostenere le proprie attività. Avendo di solito una buona partecipazione di pubblico e un forte richiamo per la cittadinanza, la Fun Run è una delle più riuscite “call to action”, che spinge le persone a donare e attivarsi. Senza dimenticare l'effetto-vetrina di un evento del genere: legare il proprio nome a iniziative benefiche così famose tende ad accrescere il prestigio e la popolarità di chi partecipa.
Le aspettative sulla partecipazione sono state rispettate?
Anche quest'anno siamo molto soddisfatti della partecipazione alla Fun Run: abbiamo confermato i numeri del 2016, con 250 realtà, tra non profit, municipi e associazioni di volontariato, presenti nei due giorni della manifestazione. E tutto questo nonostante la pioggia che ha rovinato la giornata di domenica. Temevamo una diserzione di massa, e invece la città ha risposto alla grande.
Quali sono le difficoltà che incontrate?
Non è facile coinvolgere attivamente le piccole realtà del non profit. Avendo uno staff ridotto, a volte composto solo da volontari, fanno fatica ad organizzarsi e a promuovere adeguatamente l'iniziativa. Si potrebbe fare molto di più e noi ci stiamo lavorando. Il giorno della gara è un esperienza unica per tutti, infatti post evento piovono i commenti positivi.
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Quest'anno avete anche proposto alle associazioni di utilizzare il servizio di ticketing di Rete del Dono: come funziona?
In pratica le associazioni potevano partecipare al programma charity in due modi: o gestire individualmente le iscrizioni oppure invitare i partecipanti a iscriversi online su Rete del Dono. Questa seconda via, molto utilizzata, ha permesso alle associazioni di sgravarsi dal lavoro di iscrizione, che avrebbe sottratto loro tempo ed energie. Senza un servizio ticketing efficiente come quello che abbiamo adottato, diverse realtà si sarebbero tirate indietro, perché non avevano le risorse per gestire in toto un evento di questa portata.
Quanto conta l’utilizzo di un canale online in un evento del genere e, più in generale, nel crowdfunding?
Posso dire che Rete del Dono si è rivelato molto utile. La sua virtù principale è la semplificazione: i processi connessi all'evento, dall'iscrizione alle donazioni, non sono così facili da gestire se non si hanno gli strumenti adeguati. Inoltre ci sono molti vantaggi sia per le piccole associazioni che per quelle più grandi: le prime ottengono un supporto nella parte organizzativa, mentre le altre sfruttano la diffusione del brand e l'eco mediatico per farsi conoscere a un pubblico difficile da raggiungere altrimenti. Quella con Rete del Dono è stata una sperimentazione: il primo anno è andato bene, ma ci auguriamo di crescere anno su anno. La Fun Run è anche un'ottima occasione per stringere e/o consolidare la nostra collaborazione con le associazioni del territorio. Noi ci crediamo e investiremo su questo programma!