La storia di Dynamo Camp e del Personal Fundraising è ormai lunga. In Italia sono stati tra i primi a sfruttarlo, e nel corso degli anni questo rapporto si è evoluto, insieme a noi di Rete del Dono ha percorso i tracciati della Milano Marathon ma anche le autostrade virtuali dei nuovi strumenti di raccolta fondi digitali.
 

Dynamo Camp e il Personal Fundraising in Italia

La prima iniziativa di Personal Fundraising nel 2013, in occasione del matrimonio di Paolo e Ale, mostrò subito le grandi potenzialità del personal fundraising, ma non solo. Le esternalità positive sono innumerevoli, se pensiamo al coinvolgimento capillare e duraturo del donatore-fundraiser. “Accanto a voi di Rete del Dono - spiega la Presidente Serena Porcari - noi ci abbiamo creduto fin dall'inizio. La nostra Associazione è al centro di una rete che ora, dopo tanti anni, non abbiamo che da sollecitare con idee per vederla reagire in modo creativo e propositivo in ogni parte d’Italia. E questo approccio sarà ancora più proficuo tra 5 o 6 anni, perché la nostra comunità di volontari e donatori è sempre più giovane e quindi sempre più digitale e con l’esigenza di sentirsi coinvolta dall’organizzazione”.
 

Una community costruita sul campo

Proprio una community forte e coesa è il requisito fondamentale del Personal Fundraising, che sta alla base di ogni innovazione sociale: un popolo di amici di Dynamo Camp conquistati “sul campo”, anno dopo anno, dal 2007 quando nei progetti dell’associazione al personale si sono affiancati anche i volontari formati e selezionati. “Sono persone che hanno toccato con mano i nostri progetti, hanno vissuto un’esperienza unica e sono i nostri primi testimonial tra le loro cerchie. I nostri sostenitori sono cresciuti esponenzialmente perché ogni anno ciascuno dei 1.200 volontari che aveva partecipato a un nostro campo ha innescato un passaparola inarrestabile. Da sempre, infatti, misuriamo l’impatto delle nostre attività non solo sui bambini fragili e le loro famiglie che ospitiamo, ma anche sui volontari: sono i nostri eroi e ci impegniamo a valorizzarli, responsabilizzarli e raccontarli”.
 

La comunicazione durante la pandemia

Durante il Covid, la sfida più grande è stata mantenere il rapporto con le famiglie e i volontari: “Non abbiamo mai smesso di lavorare e di comunicare con loro. Nel giro di una settimana abbiamo trasformato le nostre attività in programmi online, poi abbiamo gradualmente riaperto i campi grazie alla consulenza di esperti, con numeri ridotti e rivolgendoci ad altri disagi sociali: non potendo accogliere bambini immunodepressi, abbiamo ospitato comunità mamme-bambino, giovani e adolescenti in difficoltà, piccoli gruppi di famiglie, intere comunità minori o disabili che avevano passato il primo lockdown interamente isolati. Di tutte queste decisioni abbiamo sempre informato sia i volontari che i donatori, e questo ha tenuto compatto il gruppo”.


Covid, un anno di innovazione

Alcune di queste scelte hanno permesso a Dynamo Camp di sperimentare strade e strumenti che non si esauriranno a fine pandemia: “Parte delle innovazioni introdotte nei nostri programmi rimarranno, come una più sofisticata offerta di sessioni online di cui abbiamo potuto apprezzare la totale inclusività anche per chi è malato o impossibilitato a spostarsi. Il canale televisivo che abbiamo sviluppato, “A casa come a Dynamo”, verrà potenziato. Abbiamo adattato i nostri programmi a nuovi bisogni sociali e manterremo dei programmi specifici di formazione per i caregiver, perché ci siamo resi conto del giovamento portato agli operatori delle comunità, che hanno potuto conoscere il valore della nostra terapia ricreativa”.
 

Fundraising online tra ecommerce e social

Sul fronte fundraising, con lo stop agli eventi sono cresciuti altri canali e la differenza l’ha fatta essere già pronti per puntare tutto sul digitale: “La pandemia per noi ha solo accelerato un processo che era più che avviato. Sapere già integrare a valle i dati di donazione ci ha permesso di gestire al meglio informazioni che altrimenti si sarebbero rivelate inutili; anche la nostra rete di ecommerce è stata fondamentale sia a Natale che per le bomboniere, in un anno in cui i festeggiamenti in presenza sono stati limitati. Ormai le persone non hanno più problemi con i pagamenti online e stiamo sperimentando ogni possibile integrazione con i social, che registrano incrementi notevoli di raccolta nonostante a volte tagli più piccoli. Manterremo l’SMS solidale ancora per qualche anno, ma il passaggio ormai è all’orizzonte perché il Costo per ogni euro raccolto per noi si è ridotto drasticamente”.
 

La Milano Marathon 2021 con un occhio alle aziende

Nata con il 90% di fondi corporate, Dynamo Camp conosce da sempre il potenziale delle aziende. E noi di Rete del Dono, dal 2012, siamo stati testimoni del grande balzo in avanti che ha fatto la sua raccolta fondi in occasione della Milano Marathon soprattutto quando, nel 2019, è entrata a far parte dei programmi di CSR. I bisogni di socialità e team building delle aziende, dopo quest’anno, saranno da cogliere ancora di più: “Dal 2011, Dynamo Academy offre opportunità di volontariato aziendale. Accanto all’engagement sportivo, a volte più legato a una precisa scelta della leadership, le attività di CSR sono sempre più sfaccettate ed è fondamentale crearle su misura per la singola azienda. Sta tornando in modo prepotente il volontariato di competenze e la donazione di beni e servizi che coinvolgono in prima persona i dipendenti. Il Personal Fundraising sarà importante per far tornare le aziende quei luoghi di socialità che erano pre-pandemia”.