La Milano Marathon 2017 sarà un grande appuntamento per tanti, ma soprattutto per l'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, che conta su quattro milioni e mezzo di sostenitori e 20mila volontari in tutta Italia. Tra le migliaia di runner che si presenteranno ai nastri di partenza di Corso Venezia, più di un centinaio avranno infatti addosso il pettorale dell'Airc, profondamente impegnati nella raccolta fondi per combattere i tumori. Come spiega il direttore generale Niccolò Contucci, è la prima volta che Airc fa da charity partner alla Milano Marathon e questa sfida moltiplica le energie e l'orgoglio dell'associazione.

 

 

In quanti sarete alla Milano Marathon 2017?

 

Per questa maratona la nostra squadra si compone di 31 staffette, ciascuna composta da quattro runner: sono squadre allestite da diverse aziende che hanno deciso di sostenere la nostra raccolta. Ognuna di queste ha lanciato una propria campagna che si cumula alle altre nel fundraising generale #oggicorroperAirc, il quale ha la somma di 120mila euro come obiettivo minimo. Inoltre, l'Istituto di Biologia Molecolare Ifom ha coinvolto nell'evento 30 persone che si occupano in prima persona di ricerca sul cancro: in questo caso i promotori della raccolta fondi saranno anche i beneficiari e nessuno meglio di loro può spiegare perché serve sostenere la ricerca sul cancro.

 

 

Ci sarà anche un “major team”. Da chi è composto?

 

Il “major team” è la nostra staffetta “di punta”, perché i suoi componenti rappresentano le varie anime che permettono ad Airc di funzionare. Ci sarò io, che simboleggio la dirigenza, due donatori e una ricercatrice. Sarà un team molto competitivo: una ragazza fa un'ora e un quarto di allenamento ogni mattina prima di andare al lavoro, un altro fa il personal trainer e si è cucito un programma apposito per arrivare in forma all'appuntamento, un altro gira l'Italia per lavoro ma ha sempre in valigia le scapre da ginnastica. E poi ci sono io... un mese fa pesavo 122 chili e ora sono sceso a 115, raggiungendo tempi di corsa che mai mi sarei aspettato. Scendere in campo in prima persona per la mia associazione mi motiva e mi dà energie supplementari.

 

Il termine della vostra raccolta è il 14 novembre, ma siete già al 50%. Siete ottimisti?

 

Per noi è la prima volta come charity partner alla Milano Marathon: siamo molto soddisfatti del risultato finora ottenuto e dobbiamo molto a Rete del Dono. Soprattutto, mi ha colpito l'entusiasmo nelle adesioni: gli interni di Airc sono molto contenti di mettersi in gioco e abbiamo registrato la partecipazione anche di tanti atleti che non appartenevano al nostro network e che si rapportavano all'associazione per la prima volta. Dai donatori sono arrivate cifre considerevoli, che un po' mi hanno sorpreso.

 

Come si può fare ancora meglio?

 

Da ogni iniziativa dobbiamo trarre esperienza e migliorare: l'abbiamo fatto con il Colnago Cycling Festival di Desenzano del Garda e la Venice Marathon e lo faremo anche in questo caso. Bisogna implementare il rapporto con i personal fundraiser, sostenere la campagna in tutti i modi possibili e mantenere sempre il contatto anche dopo la donazione: nelle raccolte fondi curare le relazioni è essenziale, per coinvolgere le persone nella tua causa.

 

Quanto è utile la piattaforma di Rete del Dono in questa raccolta?

 

Penso che Rete del Dono sia uno strumento comodo, facile ed economico per raccogliere donazioni. Noi veniamo da raccolte completamente diverse: istituiamo giornate ad hoc per le donazioni e siamo molto attivi nel marketing postale e nei grandi movimenti di piazza. Fino a ora, nella mia esperienza personale, Rete del Dono è l'unica azione di crowdfunding che ho visto funzionare: ci ha permesso di allargare la platea, contattare nuove persone e farci conoscere a chi di Airc non aveva mai sentito parlare. Tutto questo anche grazie alla facile interazione con strumenti come i social network, che fanno arrivare velocemente il nostro messaggio all'esterno della nostra cerchia.

 

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