Ci sono numeri significativi e altri che non contano affatto. Ottantaquattro chilometri in un mese sono cifre importanti; a non contare è l’età di Maria Teresa Bertolli, Personal Fundraiser tenace che a 66 anni ha deciso di correre ben due maratone (Londra e New York) a sostegno di Genera Onlus e degli anziani con Alzheimer. Per ribadire che ogni età della vita è degna di essere corsa al 100%.
Una stanza dei ricordi
“Sono sempre stata impegnata nel volontariato - racconta Maria Teresa - ma il lavoro e la vita di tutti i giorni assorbono, avevo la sensazione di non fare mai abbastanza per gli altri. Poi ho conosciuto il progetto Più cieli in una stanza con VICHIe di Genera Onlus e mi si è accesa una lampadina”. A valere il sudore e la fatica di Maria Teresa è la realizzazione presso il Villaggio Alzheimer di Piazza Grace a Milano di un ambiente virtuale interattivo progettato per stimolare le abilità cognitive degli anziani affetti da Alzheimer: “All’interno di questa stanza stimoli multimediali visivi, sonori, tattili e olfattivi aiutano i pazienti a rievocare ricordi di luoghi ed esperienze reali, per migliorarne la qualità della vita e mantenerne il più a lungo possibile le capacità residue”.
Sfidando i luoghi comuni
Per un progetto che ridà una vita piena a tanti anziani, serve un’impresa che urli la voglia di vivere e di mettersi alla prova, a dispetto di qualsiasi età: “Corro da molto tempo, ma la prima maratona l’ho fatta a 61 anni suonati. Da allora ne ho corse 6, tra cui due del circuito delle Major (Berlino e Chicago): altre due le correrò proprio tra ottobre e novembre per raccogliere fondi per VICHIe. Le sfide mi piacciono, se qualcuno mi dice ‘non si può fare’ già mi motiva a smentirlo. Scardiniamo l’idea che da una certa età in poi la vita perde sapore, anzi: si acquisisce più consapevolezza, sicurezza e una resilienza che rende più capaci di soffrire per raggiungere un obiettivo. E poi, soprattutto dopo il periodo demotivante della pandemia, correre per un obiettivo più alto mi spinge a impegnarmi al massimo”.
Il crowdfunding è una maratona
Non è mai troppo tardi per cominciare a correre, ma nemmeno per lanciare una campagna di fundraising: “Non ho avuto timore a diventare fundraiser per la prima volta: ho il supporto dell’organizzazione ma anche di Rete del Dono, che conoscevo già come donatrice e che trovo facile da usare e da gestire. I messaggi e le telefonate personali mi stanno regalando soddisfazioni e anche qualche sorpresa, come donazioni inaspettate da alcune amiche”. Maria Teresa ha anche realizzato un video che passa sia in TV che sui social e ha coinvolto una influencer del mondo running: sta attivando pian piano tutti i canali possibili, perché in fondo anche il crowdfunding è una maratona: “La corsa ti insegna proprio a stare lì e perseverare, a fare tanti piccoli passi per raggiungere la meta. In futuro vorrei continuare a fare della mia passione qualcosa di utile per gli altri: chissà, magari partecipando alle maratone di Boston e Tokyo”.