“Fare sport in azienda, farlo bene e fare del bene” questo il tema del convegno che abbiamo organizzato in collaborazione con AlmostThere e Rcs Active Team. Le testimonianze che si sono succedute hanno dimostrato quanto lo sport sia un grande veicolo di coesione, benessere e team building.

Proprio in questi giorni abbiamo lanciato il Charity Program di Milano Marathon 2020 - ricorda Andrea Trabuio, Head of Mass event di Rcs – grazie al quale abbiamo contribuito a raccogliere oltre 1 milione di euro, vero record per l'Italia, a favore di tante organizzazioni non profit. L'abbiamo fatto anche con l'aiuto di tante aziende che hanno accolto la sfida, coinvolto i dipendenti e partecipato attivamente alla nostra Charity Relay. Un programma unico che unisce sport, solidarietà e team building. Ora l’obiettivo è continuare a crescere e superarci. Nel 2019 oltre 100 aziende hanno partecipato alla Relay, e ben 70 di queste hanno anche affiancato alla sfida sportiva quella solidale, impegnandosi nella raccolta fondi a sostegno di un progetto di utilità sociale. Lo sport aggrega, unisce e permette all'azienda di vivere una vera e propria esperienza di team building al di fuori delle mura dell’ufficio.

 

Coinvolgere i dipendenti è cruciale anche per dare slancio alla CSR in azienda

Come Rete del Dono, anche alla luce dell’esperienza maturata sul campo, abbiamo osservato che per le aziende è cruciale strutturare dei programmi di coinvolgimento dipendenti, per stimolare motivazione e senso di appartenenza. Sono i dipendenti stessi a volerlo. Ad oggi però, secondo una ricerca condotta da Wespire USA (State of the Employee Engagement Report, 2018), solo il 37% delle aziende ha un programma di coinvolgimento dipendenti. Ma la cosa ancora più interessante è osservare che, quando disponibile, l’85% dei dipendenti partecipa.

La chiave di volta è creare dei programmi che coinvolgano e stimolino. Milano Marathon Charity Relay è perfetto perché racchiude 3 temi cari ai dipendenti: benessere, team building e solidarietà.

Lo conferma anche Italo Martini, HR director di Pfizer. “I nostri risultati parlano chiaro: 70mila euro di fondi raccolti, grazie al contributo di 766 donatori per il progetto di terapia ricreativa di Dynamo Camp. Il 70% dei nostri runner ha iniziato a correre con noi. Ciò ha permesso di creare un grande senso di unione all'interno dell'azienda, tanto che il 7% di chi corre è un ex collega, che continua anche dopo essersene andato”. Perché lo sport aiuta a vivere meglio anche la vita fuori dall’ufficio, come ricorda il mental coach Livio Sgarbi “La sedentarietà è la malattia dei paesi ricchi e lo sport è la metafora per motivare le persone a fare qualsiasi cosa, perché è fatto di stimoli e impegno”. Allenare la mente va di pari passo con le capacità fisiche e tecniche: “L'azienda è una squadra, e come tutte le squadre può aiutarti a superare la paura di non riuscire”.

 

Team di lavoro più coesi e motivati

Lo sa bene Ippolito Alfieri, fondatore e A.D. di Almosthere, società di consulenza che fornisce alle aziende servizi di avvicinamento allo sport e che ha riscontri sempre più positivi sulla soddisfazione dei dipendenti coinvolti. Sono tanti gli sport che un’azienda può “adottare”, l’importante è muoversi! Condurre uno stile di vita corretto anche sul lavoro aiuta peraltro anche a ridurre i rischi di malattie legate alla sedentarietà e a prevenire, parola chiave dell’intervento di Alessandra Borgo, biologa nutrizionista che lavora con la LILT e con le aziende che la supportano per spiegare come movimento e alimentazione siano elementi essenziali per stare bene.

E all’azienda conviene, anche da un punto di vista fiscale, offrire come benefit dei pacchetti che includano servizi di welfare, tra cui lo sport – ha spiegato Carlo Rolandi, Director di Deloitte.

 

Lo sport è motore di cambiamento

La Presidente di Milano Sport, Chiara Bisconti, ha raccontato come le imprese si stiano impegnando per dare nuova vita ai luoghi sportivi più belli di Milano, come la piscina Cozzi, per farli rivivere e trasformarli in luoghi di aggregazione e, perché no, lavoro agile. Lavoro e sport vanno a braccetto perché stare bene significa anche lavorare meglio.

E tante altre aziende hanno portato la testimonianza di chi tutti i giorni vive tra uffici e impianti. “La Milano Marathon è stata la scusa per iniziare a fare sport insieme, e ha cambiato le dinamiche aziendali – racconta Giancarlo Papetti, business Development Manager di Amundi – la gente ha iniziato a parlarsi di più e col sorriso, a scherzare discutendo della sfida”. Tutti risultati imprescindibili nelle dinamiche aziendali di oggi e che si possono controllare dandosi obiettivi e strumenti, come hanno ricordato Andrea Baldini, Ceo di Gympass e Matteo Piselli, Ceo di Hrc FundTraining

“Con Rete del Dono abbiamo trasformato la nostra azienda. Prima eravamo “warrior”, combattevamo singolarmente. Ora il nostro obiettivo è comune, abbiamo una maggiore consapevolezza di essere un team”, ha confermato Riccardo Rossini, partner di Egon Zehnder. “Unito al fundraising, lo sport diventa ancora più contagioso e riduce le distanze in azienda” racconta Giovanni Bandera, partner dello studio legale Pedersoli, “anche l'ultimo arrivato si avvicina al senior. È uno strumento fortissimo, soprattutto per fare team building in azienda”.

Forse quindi la domanda cruciale da farsi – come ha evidenziato Alfieri nel suo intervento – non è "Perché fare sport in azienda?", ma “Perché non farlo?” Domanda retorica a quanto pare, alla luce di quanto emerso dal convegno.