Un nuovo consiglio direttivo equilibrato sia per età che per tipologia di fundraiser. Tanti obiettivi e soprattutto uno sguardo attento alle nuove tecnologie, ai portali e ai programmi utili alla profilazione del singolo donatore.

Nicola Bedogni è il nuovo presidente di Assif, l'associazione italiana dei fundraiser. Dopo settimane di discussioni molto animate, si dimostra entusiasta, ma cosciente che le cose da fare sono veramente tante. “Nel nuovo consiglio ci sono tante anime, dai consulenti ai colleghi che lavorano nelle organizzazioni, un esperto in tematiche fiscali, uno di rapporti con le aziende, uno di piccole e medie realtà e così via. È un buon segno, rappresentiamo un mondo complesso e diversificato”.

 

Un nuovo piano strategico da Settembre

Già chiari i temi da toccare alla svelta, a partire da un piano strategico operativo da approvare a settembre. “Col coinvolgimento di tanti e dell'assemblea puntiamo a toccare quegli aspetti che tutti hanno sollevato e su cui concordiamo. Comunque sarà importante avere riferimenti forti con i nostri gruppi territoriali, che sono la nostra forza vera”.

 

Linee guida e comitato scientifico per andare ai tavoli istituzionali

Crescita dell'associazione e sostenibilità economica in primis, poi aumento dei tesserati e un piano di comunicazione. Ma anche apertura alle best practice europee, implemento dei servizi per gli iscritti – compresa molta formazione e strumenti per tutti – e nuovi report più efficaci e con basi statistiche più ampie: “Vogliamo coinvolgere di più i soci, avvicinare gli amici non fundraiser, e allo stesso tempo far sentire la nostra voce ai tavoli istituzionali. Per questo serve un comitato scientifico e linee guida chiare sull'attività di fundraising”.

 

Più profilazione grazie alle nuove tecnologie

Una attenzione particolare sarà riservata ai cambiamenti tecnologici. “Col tempo ciò che oggi sembra nuovo diventerà di uso comune – ha ammesso Bedogni - Oggi il fundraiser deve profilare il suo donatore, ed è impossibile senza il digitale e i software. Lo stesso vale per i portali come Rete del Dono, che facilitano il professionista che li sa usare bene”.

 

Attenzione a tanti piccoli donatori, come nel crowdfunding

Il nuovo presidente ha anche portato un esempio pratico “Un tempo l'attenzione era rivolta ai grandi donatori e a spingerli a comunicare il loro impegno, per convincere altri a fare altrettanto. Oggi si guarda ai tanti donatori che donano piccole cifre, perché anche il numero di sostenitori rende una campagna di successo. Pure le aziende partner ne risentono, così da voler sostenere campagne che arrivano a tante persone. Pensano che se coinvolgi un gran numero di utenti, vuol dire che sei credibile. È un ragionamento tipico del crowdfunding”.