Incontrare la solidarietà quasi per caso e alla fine innamorarsi dell’idea di fare qualcosa di concreto per gli altri grazie allo sport. E’ in sintesi questo il percorso compiuto da Massimiliano Giroldini, che il prossimo 11 ottobre correrà la Granfondo Campagnolo Roma sostenendo LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. “Una sfida nella sfida”, come ama ripetere Massimiliano, che promette ai suoi donatori di arrivare tutti assieme al traguardo. Lo abbiamo sentito al telefono per farci raccontare questa sua esperienza, nella speranza che possa essere un piccolo insegnamento e sprone per tutti coloro che desiderano aiutare una causa solidale, ma allo stesso tempo temono che fare Fundraising sia un’impresa al di sopra delle proprie possibilità.

Ciao Massimiliano, grazie per la disponibilità. Vorrei partire dalla tua esperienza sportiva. Quando e come è nata la passione per il ciclismo?
E’ nata circa un anno e mezzo fa, dopo che 4 anni fa ho iniziato a dedicarmi al triathlon. Mi sono avvicinato allo sport per una serie di vicissitudini personali e devo dire di aver trovato in essa una cura eccezionale. Le due ruote sono state una logica conseguenza della mia attività di triatleta, e la bicicletta mi ha permesso di scoprire una nuova emozione. Nuova al punto che la Granfondo Campagnolo Roma del prossimo 11 ottobre sarà per me la prima gara ciclistica “pura”.

E invece il Fundraising?
E’ una cosa fantatica! Non conoscevo direttamente il mondo delle raccolte fondi, e il caso ha voluto che alcuni amici di vecchia data mi abbiano parlato della Granfondo Roma. Dopo un primo momento di titubanza, ho visto alcuni video online e ho deciso di iscrivermi. E qui entra il gioco la raccolta fondi: visitando il sito di Granfondo Roma ho scoperto che erano rimasti solo pettorali solidali. Allora ho approfondito la cosa e mi è parsa da subito bellissima. Mi ha emozionato e mi ha dato l’input decisivo per iscrivermi.

Perché hai scelto LILT?
Perché è bello, senza nulla togliere agli altri progetti solidali, poter sostenere una causa così importante, che tocca purtroppo molte persone. Da subito mi sono detto: se io spiego come è possibile aiutare il prossimo, anche con una donazione minima di 5 Euro, le persone mi ascolteranno, capiranno il messaggio solidale e doneranno. E tutto questo permetterà a me di coronare il mio sogno, che è pedalare. Per di più con il vantaggio di aiutare chi ha bisogno.
Il binomio Sport e Fundraising mi ha aperto un mondo: ora ho la concreta possibilità di raccontare la solidarietà in modo semplice. Ti dirò di più: il mio essere positivo nel raccontare la mia raccolta fondi riesce a trasmettere positività in chi mi ascolta e poi eventualmente decide di donare. In un certo senso, facciamo parte della stessa squadra: l’11 ottobre sarò io a pedalare, ma porterò con me simbolicamente tutti i donatori.

In che modo?
Ho preparato una T-shirt firmata da chi mi ha sostenuto. La indosserò il giorno della gara, sotto la divisa. Sarà un bel modo per arrivare al traguardo tutti assieme.

Come hai fatto conoscere la tua pagina sul sito di Rete del Dono? E cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere un percorso solidale analogo al tuo?
Principalmente attraverso il passaparola e le email. Chi ha aderito lo ha fatto perché ha percepito la passione che ci metto e perché ha potuto constatare direttamente la trasparenza della piattaforma. Credo sia molto importante coinvolgere il donatore, farlo sentire parte di un progetto comune. Progetto che ho intenzione di ripetere il prossimo anno. Sono convinto di quello che ho fatto finora: ma il prossimo anno voglio fare di più per gli altri.