Condivisione di informazioni e un approccio data driven: da questo potrebbero ripartire le organizzazioni no profit italiane, messe sotto stress dall’emergenza Covid-19. E le prime indicazioni importanti arriveranno dalla ricerca internazionale Global Trends in Giving 2020, che Rete del Dono promuove al fianco di Italia Non Profit. Mara Moioli, COO e Cofounder, ci spiega di che si tratta e perché è importante parteciparvi.
Per la prima volta in Italia
“La Global Trends in Giving è forse la più importante ricerca su scala mondiale riguardo alle relazioni fra cittadini, donatori e organizzazioni non profit. Viene condotta ogni 2 anni in 5 continenti e in 7 diverse lingue, coinvolgendo un totale di 119 Paesi”. Finora l’Italia non era mai stata presa in considerazione e proprio a Italia non profit dobbiamo il merito di averla portata per la prima volta nel nostro Paese. “Per noi è un orgoglio essere riusciti in questo obiettivo e aver coinvolto nel progetto una rete ampia di enti e organizzazioni”.
Italia Non Profit, la bussola del terzo settore
Fare da collegamento tra cittadini, istituzioni e terzo settore è poi lo scopo principale di Italia non profit, che vuole orientare le azioni dei suoi stakeholders attraverso informazioni e guide. “Abbiamo lanciato la piattaforma nel 2017 e da allora, grazie a un grande lavoro di networking, stiamo mappando il terzo settore e fornendo strumenti utili per singoli, organizzazioni no profit e grandi donatori come aziende e fondazioni. Come la guida alla Riforma del Terzo settore o l’aggregatore di progetti, bisogni, donatori e raccolte fondi per l’emergenza Covid-19”.
L’obiettivo della Global Trends in Giving
Nell’ottica di avere una visione più sistemica dei trend di donazione nazionali e globali, è interessante l’approccio più qualitativo della Global Trends in Giving: “Non misura quanto una persona dona o come sceglie chi sostenere, ma va a indagare i comportamenti donativi e le motivazioni profonde dell’atto donativo. In altre parole, come le persone vivono le cause sociali in generale: quali forme di donazione preferiscono (con qualche accenno a volontariato e personal fundraising) e come vogliono mantenersi in relazione con le organizzazioni in seguito a una donazione”.
La prima fotografia del settore post-Coronavirus
Una survey utile dunque per scoprire le tendenze globali e le differenze dei comportamenti donativi nelle varie aree del mondo, ma anche per le organizzazioni che hanno donatori internazionali. Sarà inoltre la prima ricerca che, su scala nazionale e internazionale, fornirà un quadro del terzo settore dopo l’emergenza Coronavirus: “Dopo il lancio, avvenuto in tutto il mondo il 1° marzo, sono state aggiunte delle domande specifiche su questa situazione. Il report verrà rilasciato pubblicamente il prossimo settembre e darà le prime importanti indicazioni”.
Compilazioni: un traguardo ambizioso
A 10 giorni dalla chiusura della ricerca, i dati parziali sono confortanti: “I rispondenti ad oggi sono quasi 1000 e sono per l’87% donatori e per il 13% non donatori; oltre il 63% sono donne; per il 35% sono Millennial, ovvero nati tra 1981 e 1997”. Per la Moioli però non ci si può accontentare: “Si può fare molto di più. L'obiettivo di entrare nei primi 10 stati come numero di compilazioni sembra ormai raggiunto. Per avere però uno spazio maggiore nella rendicontazione globale è importante entrare nella top 3. Il Canada con quasi 6000 risposte sembra irraggiungibile, noi ce la stiamo giocando con il Brasile”.
Insieme per generare più impatto
Comunque vada, il bilancio è già positivo: “Siamo contenti che realtà importanti come Rete del Dono stiano credendo nell’iniziativa e siano nostri partner, così come tante organizzazioni no profit che stanno diffondendo il questionario tra i propri donatori tramite social e mailing. È segno che il settore sta cambiando modo di lavorare: si sta rendendo conto che condividere informazioni e collaborare è vitale per comprendere i grandi cambiamenti e intraprendere strade nuove. Insieme si crea sempre un impatto maggiore”.
Partecipa anche tu
Il questionario è anonimo e aperto a tutti e si può compilare in forma digitale cliccando QUI. Affrettatevi, c’è tempo fino al 31 maggio.