Cresce la propensione degli Italiani a mettere a disposizione risorse per la cultura. Ce lo dicono in primis i dati relativi all’Art Bonus, giunto al IV anno di attivazione: a maggio 2019 sono oltre 326 i milioni di euro raccolti grazie all’Art Bonus con più di 11.100 erogazioni liberali effettuate da quelli che vengono definiti “Mecenati della cultura”. Sul totale, 15 milioni sono gli euro donati da oltre 6 mila persone fisiche che hanno usato Art Bonus per sostenere un’organizzazione culturale a loro vicina. Più di 170 i milioni di euro sono stati donati da Fondazioni bancarie ed Enti non commerciali e più di 160 milioni di euro sono stati donati dalle Imprese.

Anche i dati relativi al 5 per mille per gli enti dei beni culturali e paeseggistici ci confermano questo trend in crescita: il comparto nel 2017 registra un importo complessivo del contributo pari a 1 milione e seicento mila euro.

  Scelte espresse Scelte non espresse Importo
Enti Volontariato 10.368.566 617.358 334.402.132,28
Ricerca Scientifica 1.503.142 619.375 63.656.135,46
Ricerca Sanitaria 1.374.920 986.949 66.837.060,07
Ass. Sportive 380.895 62.748 13.735.040,93
Beni Culturali 9.044 39.272 1.672.851,69
Comuni 554.703 - 15.538.494
Totale 14.191.271 2.325.702 495.841.714,55

Elaborazione Vita su dati Agenzia delle Entrate

E’ vero che il FAI domina incontrastato la classifica delle scelte e degli importi ammessi al beneficio dal MIBAC - con 8.356 firme per un valore di oltre 340 mila euro e 1,5 milioni di euro che arriva grazie al meccanismo delle scelte generiche!!! Al secondo posto troviamo Italia Nostra, con 142 firme e un importo totale del beneficio di 26mila euro. Gli altri 75 ammessi seguono – bisogna ammetterlo – a significativa distanza, a dimostrazione che chi ha investito in questi anni in un dialogo serrato con i propri sostenitori oggi raccoglie, mentre tutti gli altri hanno ancora tanto lavoro da fare (la Pinacoteca di Brera riceve 10 preferenze, il Museo degli Uffizi 7, il Museo Archeologico di Napoli solo 2).

Tuttavia la propensione degli Italiani a donare per la cultura cresce e lo fa di pari passo con il numero di organizzazioni culturali che inseriscono all’interno delle proprie strategie di sostenibilità attività di fundraising e di coinvolgimento di donatori in modo continuativo, strutturato e con personale professionalmente preparato.

Solo pensando alla vetrina dell’Art Bonus sono 1.622 gli Enti beneficiari provenienti da tutte le regioni registrati sul portale www.artbonus.gov.it con interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, ma anche di sostegno a istituti e luoghi della cultura pubblici, Fondazioni Lirico Sinfoniche, teatri di Tradizione e altri enti di spettacolo, o interventi per la realizzazione, il restauro e il potenziamento di strutture di enti e istituzioni pubbliche dello spettacolo.

Crescono anche le organizzazioni culturali di ogni forma e tipologia giuridica e dimensione che usano lo strumento del digital fundraising e in particolare del crowdfunding per avvicinare i propri sostenitori.

Ce lo conferma anche l’ultima ricerca Donare 3.0 presentata il 7 maggio scorso a Milano da Doxa, Rete del Dono e PayPal: i donatori per progetti di tipo culturale crescono, seppure lentamente anche on line. 

 

Secondo una Ricerca il 30% delle campagne culturali ha usato nel 2017 il crowdfunding come strumento di sollecitazione del dono (Fonte: Ricerca Osservatorio sui consumi culturali, Centro Digilab dell’Università di Roma ‘La Sapienza’, la società di ricerca SWG 2017 – risultati pubblicati sul numero 15 della rivista scientifica Comunicazionepuntodoc).

Anche i dati che mergono dall’analisi delle diverse edizione del Premio Rete del Dono per la Cultura ci confermano un trend in leggera ma costante crescita: già la seconda edizione del Premio conclusasi a gennaio 2019 ha visto più che raddoppiare la raccolta fondi complessiva rispetto alla prima.

Da mecenate a donatore 4.0: come raggiungerlo con una campagna di crowdfunding

Di fronte ad uno scenario che diventa di anno in anno più articolato, quello che emerge con chiarezza è un nuovo profilo del donatore per la cultura, che non è più solo quello del classico “mecenate”: abbiamo di fronte a noi oggi un donatore diverso, che ha sicuramente una disponibilità di dono meno elevata dei suoi predecessori che hanno potuto fregiarsi di questo titolo, ma che al tempo stesso è molto attento alla trasparenza e alla destinazione dei fondi.

Un donatore pronto a donare se, e solo se:

  • se è l’organizzazione culturale a coinvolgerlo con una Call to action chiara (il 95% delle donazioni arriva solo se a monte c’è stata una sollecitazione (Valerio Melandri, FFR 2019), i donatori per la cultura non fanno eccezione, anzi! );

  • se il progetto culturale proposto rientra nella sua nicchia di interesse (i pubblici della cultura sono fatti di nicchie, di piccoli mercati di appassionati fedeli e competenti che si legano tra di loro in modo difficile da tracciare, di tanti vivai diversificati accanto a poche monoculture*! );

  • se chi chiede il suo sostegno ci mette la faccia e si spende in prima persona (perché il donatore dovrebbe donare se per primi non lo fanno coloro che propongono il progetto?);

  • se la moneta di scambio, il “reward”, la “ricompensa” è fatta di contenuti culturali unici e originali oltre che di occasioni speciali per entrare in contatto con il progetto o i suoi protagonisti (non gli interessa l’ennesima borsina di tela o il gadget visto e rivisto, vuole essere co-produttore, entrare in contatto con quelli che sono i suoi idoli, i suoi modelli);

  • se il linguaggio usato per coinvolgerlo è quello giusto e se fa riferimento al suo mondo di senso e valori;

  • se i testimonial coinvolti per promuovere il progetto sono quelli per lui credibili, a cui dà la sua fiducia;

  • se può donare attraverso i nuovi canali messi a disposizione da web e crowdfunding (utilizza con confidenza Pay Pal e carte di credito, si muove con sicurezza all’interno di una piattaforma di crowdfunding);

  • se l’organizzazione culturale che lo coinvolge è capace di far immaginare quale sarà l’impatto che il progetto avrà sul territorio, sulla città, all’interno del quartiere, facendolo anche un po’ sognare… ma soprattutto riconoscendo il ruolo fondamentale che il donatore avrà nel trasformare questo sogno in realtà.

Per completare l’identikit possiamo aggiungere che questo donatore per la cultura, che possiamo definire 4.0, ama farsi riconoscere, entrare in un dialogo diretto con l’organizzazione, motivare la sua scelta commentando la donazione fatta.

Si aspetta di essere ringraziato a dovere, ma anche di essere tenuto informato sull’andamento della campagna in cui si lascia coinvolgere, e se necessario è pronto a fare una seconda e a volte anche una terza donazione per far sì che l’organizzazione culturale possa raggiungere l’obiettivo di raccolta fondi che si è data.

In un quadro di costante mancanza di dati, ci sembra che un ottimo motivo, che da solo sarebbe sufficiente per iniziare a fare fundraising proprio partendo da qui, possa essere la straordinaria possibilità di conoscere da vicino donatori che fino a prima di fare una campagna di crowdfunding tante organizzazioni culturali non sanno o non osano pensare di avere. E’ come se improvvisamente molte organizzazioni avessero finalmente l’opportunità e i canali giusti per aprire una porta e far entrare quei pubblici – fino a quel momento rimasti sull’uscio - che sono interessati a tal punto da mettere a disposizione risorse economiche. Attraverso questa porta trasparente si aprono infinite opportunità di fare la reciproca conoscenza, entrare in relazione, raccontarsi i motivi che stanno alla base della scelte di entrambi. Una volta aperta quella porta l’organizzazione culturale non potrà più farne a meno…

Per chi ha voglia di mettersi subito alla prova, segnaliamo che è in partenza la terza edizione del “Premio Rete del Dono per la Cultura”, l’iniziativa promossa da Rete del Dono e riservata a tutte le organizzazioni non profit che desiderano attivare una campagna di crowdfunding per finanziare un progetto di valorizzazione o tutela in ambito artistico, creativo e culturale.

Tra le novità di questa terza edizione il premio di € 3.000 che Rete del Dono insieme a UBI BANCA riconoscerà ai 3 progetti candidati che avranno raccolto di più dal 1 ottobre 2019 fino al 31 gennaio 2020 (scarica il regolamento completo del Premio Rete del Dono per la Cultura), superando la soglia minima di 6.000€ di raccolta fondi online.

Le candidature – che verranno valutate da Rete del Dono e UBI Banca - devono essere presentate entro il 12 settembre 2019 e le organizzazioni non profit dovranno pubblicare i propri progetti sulla piattaforma retedeldono.it entro e non oltre il 19 settembre 2019.

 

* “Con la cultura si mangia” (Falso!), P. Dubini, Laterza