Skip to main content

Come valutare se davvero il nostro progetto è adatto per una campagna di crowdfunding: un metodo per analizzare ogni elemento nei dettagli e costruire un piano d’azione vincente

Il crowdfunding culturale è un settore che richiede un’accurata pianificazione. Partiamo chiedendoci perché il nostro progetto dovrebbe funzionare. Questa domanda ci permetterà di verificare se è davvero il crowdfunding lo strumento più adatto per le caratteristiche della nostra organizzazione. Se il progetto potrà o meno suscitare l’interesse del pubblico e della nostra community. Se ha caratteri di originalità rispetto ad altre proposte già online, se tiene o meno conto delle aspettative e delle motivazioni intrinseche al dono che hanno gli utenti del web.

L’oggetto della campagna di crowdfuding culturale

Le campagne di raccolta fondi nel settore culturale e nel settore artistico devono essere molto finalizzate, con obiettivi specifici e misurabili e con un chiaro impatto sulla comunità. Fondamentale usare tempo e risorse adeguate per realizzare una buona presentazione del progetto: breve, efficace, interessante, originale. Il potenziale donatore ha poco tempo per ascoltare e leggere la proposta, e lo fa in un posto dove ci sono già molti competitor, molte altre cause su cui normalmente ricade la scelta dei donatori.

Valutate quali ricompense offrire alle persone: potete scegliere se prevederle o meno. Ma se optate per una campagna reward based siate attenti nel costruire i vostri “doni” in base agli interessi e alle caratteristiche delle persone che costituiscono la vostra community. Nei progetti creativi e culturali la ricompensa più ambita sembra essere quella di entrare a fare parte del progetto stesso o di poter avere il prodotto culturale in forma esclusiva o in anteprima.

Crowdfunding culturale: l’analisi del pubblico di riferimento

A quale tipologia potrebbero appartenere i nostri donatori, quante sono le persone che si presume possano donare? Tra le condizioni di partenza per poter costruire una campagna di crowdfunding volta a sostenere i propri progetti in ambito artistico e culturale è fondamentale l’esistenza di una community pronta ad attivarsi. In quest’ottica sarà necessario fare un’attenta valutazione dell’estensione e composizione delle reti sociali dell’organizzazione. Ma anche dei contatti presenti nel database che presumibilmente saranno disposti a donare per il progetto proposto.

L’organizzazione interna

Chi lavorerà alla realizzazione e alla promozione della campagna all’interno o all’esterno dell’organizzazione culturale? Chi ha competenze di base di comunicazione, marketing e social media per seguirla nel modo più efficace? Una campagna di crowdfunding richiede tempo e competenze specifiche in tutte le sue fasi. Tenete poi sempre a mente che anche per una piattaforma di crowdfunding – così come il generale per il fundraising – vale il principio “le persone donano alle persone”. La proposta avrà maggiore successo se ci mettete voi per primi la faccia, se vi spendete in prima persona nell’appello, se sapete costruire uno storytelling accattivante e coinvolgente.

Crowdfunding culturale online e offline

Prima di lanciare una campagna di crowdfunding per progetti culturali e artistici è fondamentale verificare la salute digitale dell’organizzazione. Parliamo del “Digital Check up”. Controllate se l’organizzazione o il progetto ha un sito web che sia responsive e aggiornato, che permetta anche la creazione di una landing page ad hoc e sia integrato con una sezione dedicata alla campagna di crowdfunding stessa. Qual è lo stato di salute dei social media, soprattutto di Facebook e Instagram: quanto sono attivi e se c’è una strategia editoriale, se c’è bisogno di creare un nuovo account o se è possibile usarne uno già attivo. Ma soprattutto se la community raggiunge una massa critica che sia almeno di 1.000 follower prima del lancio della campagna.

Per partire vi serviranno un piano editoriale per il social ma anche un piano di comunicazione digitale. Newsletter e DEM sono strumenti fondamentali a supporto della campagna, così come immagini e video. Verificate poi se l’organizzazione dispone o meno di un database di contatti profilato e strutturato. Il lavoro che sta dietro ad una campagna di crowdfunding non è tuttavia solo on line. Offline dovrete predisporre tutte le azioni atte a coinvolgere i vostri potenziali donatori, avvicinandoli in modo graduale al progetto, tenendo conto che non tutti saranno pronti per il digitale.

Gestire la tempistica del crowdfunding culturale

Il giusto timing per una campagna di crowdfunding è legato prima di tutto all’organizzazione e al progetto. Non ci sono infatti periodi dell’anno giusti o sbagliati, fatto salvo forse per i mesi estivi. A meno che il vostro progetto non goda di un picco di attenzione proprio in questo periodo dell’anno. Sempre strategico inserire Natale, una ricorrenza, un anniversario, una Giornata Nazionale o internazionale all’interno della campagna di crowdfunding e personal fundraising. Qual è quindi il momento migliore? Di sicuro quello in cui avete ultimato la verifica sull’esistenza e sulla piena efficacia di alcuni canali di comunicazione digitale a disposizione delle organizzazioni culturali.

L’obiettivo economico

Quale può essere l’entità della raccolta fondi che porto sulla piattaforma? Partiamo dalla considerazione che l’80% dei progetti finanziati attraverso campagne di crowdfunding ha un obiettivo tra 1.000 e 10.000 euro (I. Pais “Analisi delle Piattaforme Italiane di Crowdfunding di Daniela Castrataro, Ivana Pais). Per costruire l’obiettivo di raccolta fondi bisognerà tenere conto di una pluralità di voci. Tra cui in primis i costi della piattaforma e delle eventuali commissioni bancarie. A questi costi vanno aggiunte le spese vive del progetto e degli eventuali reward. Ultimo punto, ma non meno importante, valutiamo di quali risorse avremo bisogno per promuovere il progetto, sia in termine di competenze professionali sia di materiali.

 

Anna Archetti

Laureata in Lettere Moderne presso Università Cattolica di Milano, incontra il Non Profit fin dalla sua prima esperienza professionale presso un’agenzia specializzata in comunicazione, organizzazione di eventi e raccolta fondi per il settore, occupandosi principalmente di eventi sportivi solidali. Dal 2014 approda nel team di Rete del Dono come Project Manager di campagne di crowdfunding e personal fundraising per il settore culturale o collegate ad eventi.

Lascia un commento