“Sei molto di più di chi raccoglie soltanto fondi. Sei il collegamento speciale tra i donatori e la causa, quello che fa crescere la generosità”. Il Festival del Fundraising si è presentato così ai 721 iscritti da tutta Italia, con una dichiarazione di intenti che da sola basta a renderci partecipi dell’entusiasmo di un settore in continua crescita e affermazione.
L’ottava edizione si chiude oggi con numeri da record e, se vogliamo leggerne in controluce il significato, è quella che inaugura la “seconda epoca” del fundraising in Italia, dopo il riconoscimento ufficiale da parte del Ministero per lo Sviluppo Economico di Assif (Associazione Italiana Fundraiser) e, di conseguenza, di una professione sempre più importante. Sbaglia però chi pensa che il fundraising sia un’attività confinata al Terzo Settore. Ne è prova il crescente sostegno da parte di aziende di ogni settore e dimensione a progetti benefici strutturati e continuativi, come ha dimostrato il premio “Donatore dell’anno” conferito ieri sera a Granarolo per il suo sostegno all’emporio sociale di Modena “Portobello”. La cornice è stata quella degli Italian Fundraising Awards, che ha nominato Rossano Bartoli, presidente della Lega del Filo d’Oro, Fundraiser dell’anno 2015.
Tornando al Festival, gli organizzatori hanno registrato 80 relatori, 53 ore di conferenze in tre giorni, 32 workshop sui temi più importanti e innovativi del settore. E ancora, 24 casi pratici illustrati dai relatori, 12 tavoli di discussione, 9 sale piene zeppe di professionisti da tutta Italia. E se i numeri non fossero sufficienti a rendere l’idea, basti sapere che nei giorni del Festival Facebook è stato usato da decine di persone come lavagna virtuale per trasferire appunti e slide a chi non ha potuto partecipare.
“Essere qui è sempre una grande boccata d’ossigeno - ha commentato Luciano Zanin, presidente Assif, cui abbiamo chiesto le tre cose che porterà con sé una volta chiusa l’edizione 2015. - La prima è l’atmosfera. Il Festival è ormai il quarto nel mondo per presenze, e ritrovarsi assieme tra colleghi e professionisti ha una duplice valenza: da un lato la possibilità di scambiarsi informazioni ed esperienze, e quindi crescere assieme. Dall’altro quello di formarsi reciprocamente”.
Zanin non nasconde la sua soddisfazione per un evento che, anno dopo anno, è diventato di respiro internazionale. “Un terzo dei relatori è straniero. Quindi essere qui è un’opportunità unica in Italia per conoscere da vicino realtà e mercati in cui il Fundraising ha una tradizione più consolidata”.
Il secondo punto sottolineato da Zanin è la circolazione delle idee. Ogni sessione serve soprattutto a dare input, in un’ottica di collaborazione che non può che fare bene a tutti, relatori e partecipanti, invitati a condividere le “5 cose imparate oggi”. Infine, il terzo punto: il team. “Essere qui, parlarci, conoscerci, crescere assieme è il modo migliore per riconoscere di non essere soli e di capire che ognuno di noi è inserito in un contesto ricco, fatto di Fundraiser, Aziende, Organizzazioni Non Profit. Il Ministero, lo scorso gennaio, ci ha conferito, per così dire, diritto di cittadinanza. Noi continuiamo a costruire la nostra community”.
Riassumere il percorso concettuale della tre giorni sul Lago di Garda è un’impresa ardua. Molti i temi, le suggestioni e le esperienze condivise in tre giorni. Ma di sicuro l’impatto delle tecnologie digitali sul Fundraising è uno degli argomenti del momento, come dimostrato dagli interventi di Columbia University, change.org, charity:water e dosomething.org. E in Italia? “Vedo un’alta professionalità - conclude Zanin. - Ormai è chiaro che non si può più fare Fundraising senza Digital; ma la cosa più utile è la consapevolezza che il Digital funziona solo se affiancato da relazioni reali. Online e offline si nutrono a vicenda. Solo assieme possono dare risultati ottimali, perché se ti concentri solo sull’analogico perdi il futuro, ossia le nuove generazioni e le donazioni online; se invece pensi solo ai canali online tagli i ponti col passato e i grandi donatori.”
La sfida del Fundraising in Italia a partire da oggi? “In poche parole: sinergia online e offline, e la consapevolezza del Fundraising come strumento e non come scopo. Il nostro scopo sono beneficiari e donatori”.