Si può agire per ciò in cui si crede, partendo dalla propria scrivania? Sì, se la tua azienda ti stimola e supporta. È quello che fa EY Foundation Onlus, che anche con la sua ultima iniziativa sta insegnando quanto possano fare le imprese nell’attivazione delle persone. Si tratta di una Call for Ideas che ha selezionato 4 progetti solidali, proposti dai dipendenti, per una campagna di crowdfunding e un accompagnamento che ha al centro la formazione. In un periodo pesante come questo, la proposta ha ricevuto tantissime risposte, anche inaspettate. Insomma, il Covid ha allontanato fisicamente i colleghi, ma non la voglia di lavorare insieme, specialmente per una buona causa.
6.000 dipendenti, tutti coinvolti
“Il progetto - spiega Tiziana dell'Orto, Segretaria Generale - è nato da una precisa scelta della leadership: quella di coinvolgere tutti i dipendenti, da un lato per poter esprimere i propri valori attraverso un progetto sociale e dall’altro raccogliere fondi per più ambiti di intervento”. Quattro i temi cruciali: il supporto alle nuove generazioni; la difesa dell’ambiente; la cultura, attenzione storica della Fondazione attraverso la sua orchestra di giovani talenti; e l’emergenza Covid. La risposta è stata estremamente positiva, con 68 progetti ricevuti: “Ogni proposta vuol dire un team di persone che se n’è interessato, che ha contattato l’organizzazione non profit beneficiaria, che ha redatto il progetto, che l’ha supportato. La successiva fase di votazione sulla nostra piattaforma di co-creazione EY CogniStreamer ha visto coinvolti pressoché tutti i nostri 6.000 dipendenti: segno che il popolo EY è personalmente attento al sociale”.
Accompagnamento e formazione
Per i 4 progetti selezionati (Real Eyes Camp 2021, One Step Closer, ZeroSprechi e C.R.E.IAMOLI) la sfida solidale è appena cominciata: ogni team ora è impegnato nel promuovere i progetti e raccogliere fondi, attraverso una comunicazione a tutto tondo soprattutto sui social media, che ha già portato moltissime donazioni. “In più, l’impatto sociale di questi progetti aumenta perché questa esperienza serve anche come formazione alle Onp sia per imparare a sfruttare al meglio la piattaforma di Rete del Dono sia per massimizzare la loro visibilità grazie all’attivazione di tutto il network di EY Foundation”. I 4 progetti operano su realtà molto diverse tra loro e con diverse modalità, una cosa però li accomuna: “Sono stati tutti proposti e poi votati perché li conoscevamo direttamente: con il progetto al quartiere Zen2 di Palermo, ad esempio, hanno collaborato alcune nostre dipendenti durante il south working”.
Un’economia circolare delle competenze
È in fondo proprio questa dinamica ciò che vuole innescare la Fondazione, seguendo il purpose specifico “Building a better working world”: “Se si lavora, si vive in società e non si può non pensare ad essa. Per questo il network EY, con programmi quali ad esempio l’EY Ripples, porta avanti progetti di volontariato di competenza, per ridonare valore alla società a partire da ciò che sappiamo fare meglio. L’obiettivo ambizioso è di riuscire a raggiungere, con tutti i nostri interventi, 1 miliardo di persone in 150 Paesi nel mondo”. Le società di consulenza, ricche al proprio interno di skills e risorse, possono aiutare tante organizzazioni a ideare progetti sostenibili. Le sinergie, lavorando a queste iniziative, avvengono anche tra colleghi: “Sono uno stimolo a partecipare alla vita aziendale, perché il posto di lavoro sia percepito sempre di più come un luogo dove esprimere i propri valori e agire per ciò in cui si crede”.
La leadership vettore di cambiamento
Un senso di appartenenza che va coltivato mai come in questo momento: “Il problema, in questa situazione di pandemia, è l’azzeramento della socialità oltre l’ufficio. Il desiderio di solidarietà e di fare la propria parte, anche ad inizio della crisi, è stata quasi una risposta naturale da parte delle nostre persone, e il ritorno per la nostra organizzazione è stato non solo fare del bene, ma farlo insieme”. Perché le imprese vadano in questa direzione, però, non bastano le pur importanti sollecitazioni dal basso dei dipendenti: “Non può mancare una leadership illuminata, che dia l’esempio: una dirigenza che sappia trasferire valori e visioni, creare motivazione ed entusiasmo. Un input forte che incontri le istanze della base è fondamentale per creare l’armonia vincente, perché i valori di un’azienda corrispondono ai valori delle sue persone”.