Dopo aver percorso i primi 30 chilometri un vigile urbano li ha fermati. Pensavano di aver commesso qualche irregolarità, ma si sbagliavano di grosso: “Ma voi siete quelli che a piedi dal Monviso arrivano alla foce del Po? L'ha detto Linus stamattina a Radio Deejay”.

Le notizie corrono veloci, come le gambe di Gianluca Oliva e l'amico Antonio Di Dato che hanno percorso in 10 giorni a piedi i 550 chilometri che separano Pian de Re da Porto Tolle, dalle sorgenti del Po alla foce nel Polesine, lungo il fiume. L'Obbiettivo? Raccogliere 5.500 euro per lo studio e la cura della leucemia del bambino e donarli al Comitato Maria Letizia Verga di Como. Obbiettivo raggiunto e superato. Gianluca Oliva, 38enne, ci racconta la loro avventura.

 

Perché l'avete fatto?

Correre è la nostra passione e volevamo unire la passione e la solidarietà, spendendoci in prima persona. Antonio ha perso un cugino per colpa della leucemia, aveva solo 15 anni. Mentre il figlio di un mio caro amico è in cura e in fase di remissione.

Gianluca e Antonio sulle rive del Po per l'iniziativa Fiume di solidarietà


Come siete finiti su Radio Deejay e sugli altri giornali e programmi tv locali?

Per caso! A Linus hanno scritto diversi nostri amici, anche mio cugino, raccontandogli la nostra storia e avrà letto una di queste mail. Lui è un runner e quel giorno nel programma “Deejay Chiama Italia” con lui c'era Aldo Rock, altro maratoneta, e hanno trovato l'occasione per citare la nostra avventura.

Per il resto abbiamo creato la Pagina Facebook e tra i miei amici c'è uno che lavora alla Radio di Como e ci ha invitato alla trasmissione “Ciao Como Radio”. In tv, su Rete 55 ci siamo finiti attraverso il nostro sponsor, che ci ha fornito il materiale tecnico e conosceva il conduttore della trasmissione.

Insomma il passaparola è stato fondamentale. Ma molti personaggi famosi o giornali che abbiamo provato a contattare non ci hanno considerato. Tutto ciò che è arrivato è stato spontaneo e casuale.
 

Siete dei corridori professionisti?

Assolutamente no! Io ho 38 anni e sono un responsabile commerciale, Antonio ne ha 53 ed è un promotore finanziario, i nostri lavori ci assorbono totalmente e queste settimane in riva al Po ci hanno permesso di staccare dalla quotidianità. Anche se abbandonare le abitudini è difficile: Antonio durante il percorso quando si svegliava la mattina guardava l'andamento della Borsa di Tokyo sul suo smartphone.

Gianluca e Antonio sulle rive del Po durante una tappa della loro corsa Fiume di solidarietà


 

È stato difficile correre e raccogliere donazioni?

La cosa dura non è tanto percorrere 55 chilometri al giorno. È devastante farlo per 10 giorni di fila, non hai mai tempo per il recupero. Abbiamo corso un metro alla volta. Abbiamo incontrato tante persone e ad ogni fermata controllavamo le donazioni. C'eravamo preposti di raccogliere 10 euro al chilometro ed è andata più o meno così.Un mese prima del trail è nata la pagina Facebook “Un mare di solidarietà” e abbiamo collezionato circa 700-800 euro. Abbiamo raggiunto i mille euro due ore dopo la partenza e altri mille sono arrivati alla conclusione del trail, nel resto dei giorni c'è stato un andamento costante. All'arrivo, a Porto Tolle eravamo al 90% del nostro obbiettivo.

 

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