“Se vuoi raccogliere fondi per una causa, prima di tutto devi essere convinto tu di quello che fai. Sennò come puoi convincere gli altri?”
Andrea pedala, e pedala tanto. Ha una bici sportiva con una caratteristica che spaventerebbe gran parte delle persone ma che per lui è un aiuto in più per essere in contatto con sé stesso e con la velocità: non ha i freni.
Questa passione per la sfida, l'ha portato ad accoglierne una nuova anche per lui: battere i suoi compagni di squadra nella raccolta fondi per un progetto solidale in Africa e poter correre contro di loro sulle due ruote nelle strade dissestate del Senegal. Funziona così: i tre rider della IRD Squadra Corse che arriveranno sul podio, avendo raggiunto la cifra più alta di donazioni per la costruzione di una rete idrica che fornirà acqua potabile a scuole e famiglie nel distretto di Tenghory, potranno poi andare proprio lì e gareggiare.
Come nasce l'idea di questa sfida continua?
Quasi per gioco. Wami, Water with a Mission, è nostro sponsor da tempo. Tempo fa ci ha fatto una proposta: costruiamo insieme qualcosa di utile. Abbiamo deciso di intraprendere questa avventura in Africa e renderla più colorata sfidandoci. Acra ci è sembrato il partner migliore, perché è specializzata in questi campi della cooperazione ed è importante affidarsi a chi è competente.
La notorietà vi ha aiutati a spingere la raccolta fondi?
Non nego che avere avuto ottimi risultati e visibilità mondiale possa essere utile. Ma la verità è che per convincere una persona a donare, devi essere convinto di quello che fai. Se nessuno sa quello che fai, è più difficile raccogliere soldi. È come in gara, quando metti tutto te stesso per arrivare in fondo e per arrivare primo. Ci vuole lo stesso spirito, la stessa passione. Per esempio, i nostri amici hanno donato, ma alla base c'è sempre la nostra convinzione. Siamo noi che li abbiamo spinti.
Dalle tue parole sembra ci sia grande voglia di andare in Africa.
Assolutamente sì, fin dall'inizio. Io voglio andare in Africa con forza, credo che sarebbe un'esperienza bellissima correre lì, visitare quei posti, vedere quei progetti, conoscere le persone e poi lasciare le nostre bici e aiutarle a montare o riparare una bicicletta.
Quindi consiglieresti anche ad altri di legare una sfida sportiva alla solidarietà?
È un'esperienza che va oltre lo sport, che può arricchirti nella vita. Non è la classica raccolta fondi che trovi nelle piazze, è più creativa e coinvolgente, più simpatica. Non volevamo fare qualcosa di triste o serio, ricordare l'Africa che soffre, ma attivarci col sorriso. Noi l'abbiamo vissuta con grande allegria.
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