«Se pensate che la società non possa cambiare, non cambiate niente delle charity. Ma se vogliamo che qualcosa cambi nella società, dobbiamo accompagnare al cambiamento le nostre charity». Questa frase di Dan Pallotta ben sintetizza il Non Profit Day 2021 organizzato il 2 marzo dal Festival del Fundraising. All’imprenditore e attivista umanitario americano ha fatto da “controrelatore” Stefano Zamagni, il più importante economista del non profit italiano e Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.

Dan Pallotta


Basta con il tabù degli investimenti

Dan Pallotta è chiaro, incentra il suo intervento sull’educare il donatore, sia ai nuovi strumenti digitali di donazione sia all’approccio nei confronti del dono e delle organizzazioni. Ciò impone di superare 400 anni di Charity e dire ai propri donatori: “io non credo più in questa mentalità”. Ad esempio, bisogna investire in risorse umane, marketing e anche pubblicità: sono scelte spesso criticate dai donatori perché visti come spreco di fondi e legate a un approccio troppo “profit”, ma indispensabili per aumentare il fundraising. "basta guardare solo le spese, guardiamo i risultati. Ad Apple non chiediamo quali sono le spese generali di un iPhone, ma quale iPhone funziona meglio. E allora non limitiamoci a controllare quanto un’organizzazione spende, ma quanto valore genere, il suo impatto sociale. Se io spendessi milioni ma cancellassi la fame nel mondo o una malattia rara, nessuno mi direbbe che ho sbagliato". Per questo è necessario fare piani di crescita, solo così si possono studiare e realizzare progetti ambiziosi, capaci di generare impatto. "Il piccolo ha impatto sul piccolo, ma per cambiare le cose in grande, bisogna essere grandi".

In primis, educare al dono

Insomma, Pallotta non le manda a dire. "Dobbiamo desiderare che il donatore sogni con noi". Come fare? Non si può insistere solo sul chiedere aiuto per le emergenze, ma è necessario cominciare a invitare a donare per chi lavora per evitarle e prevenirle. Bisogna innanzitutto entrare nell’ottica che non basta puntare su pochi e allarmistici messaggi, ma fare tanta e costante comunicazione e ripeterla, dando deadline periodiche ai propri donatori per mostrare anche i risultati. Il crowdfunding, per esempio, è una forma di donazione molto efficace: Pallotta ci crede a tal punto da aver lui stesso lanciato, nel suo periodo ad Harvard, una campagna di personal fundraising sfidando se stesso in un viaggio in bicicletta.

Stefano Zamagni


Coinvolgere fa bene al fundraising

Sul coinvolgimento del donatore e sulla sua educazione punta anche Stefano Zamagni, che è convinto che da un maggior senso di partecipazione al progetto nasca anche la disponibilità a donare cifre più alte. Peccato - dice - che è proprio quello che manca alla filantropia italiana, che punta quasi esclusivamente all’ottenimento dei fondi senza un rendere partecipe il donatore, grande o piccolo che sia. “Se il donatore lo coinvolgo come coinvolgo un mecenate, dà di più”.

Terzo settore è il terzo pilastro dell’economia

Ha però le idee chiare su quale sia la più grande fragilità del Terzo settore in Italia: «Il nostro non profit è gracile perché non investe sul capitale umano». E questo è ancora più grave se si considera il grande ruolo del Terzo settore nella nostra economia: dopo il mercato, che si occupa dei beni privati, e lo Stato, che si occupa dei beni pubblici, il terzo pilastro sono le imprese sociali, le cooperative, le associazioni, che si occupano dei beni relazionali e dei beni comuni. È limitante guardare al Terzo settore come a coloro ai quali ci si rivolge per combattere la povertà o altre emergenze. "Le organizzazioni non profit fanno questo ma anche molto di più e creano un impatto insostituibile a sostegno dell’inclusione sociale e del benessere della società

Cosa ci portiamo a casa

Educare e coinvolgere il donatore è presupposto fondamentale per qualsiasi organizzazione che voglia generare impatto e fare la differenza, ma non basta. il Terzo Settore deve avvicinarsi al cambiamento e competere per accaparrarsi lo spazio che merita quale terzo pilastro fondamentale dell’economia