La High Line a NYC è un progetto straordinario di rigenerazione urbana di una linea ferroviaria dismessa, promosso con tenacia dalla comunità locale e ora finanziato quasi al 100% da cittadini e sponsor privati.
 

Da dove si parte? Una comunità e un luogo

 

I progetti urbani e territoriali partono sempre da una comunità e da un luogo. Questo intreccio è fondamentale. La comunità è in questo caso una “comunità di luogo”, che può essere molto variegata al suo interno – per età, caratteristiche sociali, economiche, lavoratori, abitanti, residenti temporanei, visitatori, imprese, terzo settore, ecc – ma può condividere la percezione delle sfide locali e la volontà di cambiamento. Il luogo è il “purpose” che aggrega, sia esso in città o in un’area rurale o montana. E il luogo è un “luogo di comunità” che riguarda la vita di tutti, un bene comune: uno spazio pubblico, un’area, edificio o parco trascurati, un monumento, una scuola o un servizio civico o di comunità, le forme della mobilità, la vita culturale, sociale e economica locale.

Il Covid e l’importanza di avere un corpo

 

La crisi del Covid 19 ci ha ricordato quanto siano importanti per la nostra completezza emotiva gli spazi e i luoghi in cui viviamo o che frequentiamo. La connessione digitale è un’utile addizione alla nostra vita, ma connette da cervello a cervello, senza il tramite dell’incontro reale. Manca qualcosa. Il nostro corpo invece si muove e vive in luoghi fisici, insieme agli altri, definendo le regole di convivenza sociale.

La nostra esperienza si nutre del “contagio” tra esseri umani, oggetti e spazi, natura, paesaggio, aria, sensi (rumori, odori, viste, ecc). Un esempio? Le attività commerciali su strada non sono solo attività economiche che forniscono un servizio, ma strutturano il nostro piacere di camminare, guardare, incontrare, chiacchierare, sentirci sicuri in un ambiente curato. Certo, possiamo stare a casa e comprare online, ma quanto ci mancherebbe vivere gli spazi urbani insieme agli altri!

Nuovi temi stimolati dalla pandemia

 

Gli studiosi e appassionati di città e territori osservano da mesi i cambiamenti prodotti o percepiti a causa della pandemia. Il distanziamento fisico tra le persone ci ha costretto a vivere in modo diverso. Da un lato ha indotto a riscoprire il valore (o i limiti) delle nostre case, nuclei famigliari, di noi stessi. Ha ridotto la possibilità di muoversi liberamente, di incontrarsi densamente o per caso, fare cose insieme.

Dall’altra ha per un po’ svuotato le città dalle auto, limitato molti spostamenti lunghi diventati frenetici e eccessivi, stimolato ad andare a piedi o in bici a scoprire il nostro quartiere, la natura, le attività all’aperto, promosso attività di solidarietà per le fasce più vulnerabili e distribuzione cibo, dato vita a nuovi dehors e occupazione creativa dello spazio pubblico per attività sociali e culturali. 

Cosa rimarrà?

 

Non è facile dire cosa rimarrà. L’emergenza della pandemia non è finita, il futuro è incerto e molte sfide rimangono aperte. Adesso in primis dobbiamo affrontare la riapertura delle scuole, di molte attività economiche e servizi, in sicurezza ma anche in modo efficace e inclusivo. Ma è indubbio che si è avviato un processo di riscoperta dello spazio più prossimo e della nostra comunità di luogo.

Alcuni sostengono che riscopriremo i borghi e la vita suburbana, si abbandoneranno i centri urbani densi e costosi. Vedremo. Di sicuro sta crescendo una nuova attenzione e domanda di qualità degli spazi di prossimità, servizi e mobilità per tutti, più piacevoli e adeguati. 

Perché il crowdfunding civico è ora più importante che mai?

 

Chi si occuperà di questa domanda di cura verso i nostri luoghi e servizi del quotidiano? La concezione urbanistica novecentesca attribuisce al settore pubblico il compito principale nell’avviare progetti di grande impatto urbano e territoriale, fornire regole e indirizzi nell’interesse comune, interagendo con il settore immobiliare. Gli enti pubblici hanno responsabilità, leve finanziarie e capacità d’impatto, ma non sempre sono attivi e reattivi alla scala più minuta, o lo sono in modo frammentato e distante, non in linea con i tempi e le sfide che invece cittadini e le organizzazioni in loco percepiscono.

La pandemia porta a vedere lo spazio con occhi diversi e volere una città diversa. Le “comunità di luogo” hanno il capitale sociale necessario (visione, competenze, risorse, impegno, relazioni, ecc) per avviare processi innovativi e collaborativi e produrre il cambiamento. Il crowdfunding civico offre l’opportunità di valorizzare questa domanda di rigenerazione locale, il senso di appartenenza degli abitanti ai luoghi, i loro sogni, le loro competenze e capacità di innovazione.

Il valore aggiunto del crowdfunding civico

 

In concreto il crowdfunding civico può offrire una modalità di rilancio e convergenza dell’impegno civico locale delle attività economiche, grandi funzioni urbane (università, ospedali, enti culturali), attività commerciali e del terzo settore che si impegnano nei confronti della qualità dei luoghi e vita della comunità in cui sono insediati. Può dare una spinta allo sviluppo di nuove forme di amministrazione condivisa (es i patti di collaborazione).

Il crowdfunding civico può davvero promuovere il coinvolgimento attivo e solidale per la realizzazione di progetti concreti di recupero degli spazi pubblici e del verde, pedonalizzazioni e mobilità dolce, housing accessibile, lotta al degrado, recupero di edifici e aree dismesse, inclusione sociale, rilancio del commercio diffuso e dei servizi di welfare locali.

Un esempio di crowdfunding civico: il giardino itinerante a Monza

 
 

L’Associazione Prader Willi Lombardia ha promosso, tramite crowdfunding con Rete del Dono, (15.000 euro raccolti, molto più del previsto), il recupero di un giardino abbandonato di 2.300 mq, che il Comune di Monza ha affidato in comodato. Il giardino è destinato ai ragazzi seguiti dall’Associazione, genitori e operatori, ma aperto anche ad altre associazioni e cittadini, per “far crescere piante e sogni”, attraverso attività di cura del verde, apicoltura e presenza di animali, attività culturali e d’animazione. Se vuoi approfondire di più clicca qui.