Avevamo visto il trend in crescita già nel 2019, ma gli inaspettati avvenimenti del 2020 hanno dato una scossa in più: la generazione che tanti definiscono egocentrica e viziata, riassunta nel termine inglese choosy, dona sempre di più. Secondo i dati italiani dei Global Trends in Giving 2020 i millennials, i nati il 1980 e il 2000, sono il 32% dei donatori italiani, superati dalla generazione che li anticipa, la Generazione X.

C'è una caratteristica che li differenzia davvero da nonni e genitori: preferiscono fare tutto online. Sono numeri che confermano quanto visto anche su Rete del Dono durante il lockdown, quando i giovani sono volati al 36% dei donatori contro il Covid, dimostrando di apprezzare davvero il crowdfunding come modalità di raccolta, per le sue caratteristiche di trasparenza e viralità sui social.

Trends in Giving ha coinvolto 1356 intervistati, grazie all'aiuto di numerose realtà del non profit, tra cui anche Rete del Dono. La ricerca, coordinata in Italia da Italia Non Profit, ha dimostrato la grande solidarietà degli italiani: l'86% dei partecipanti alla ricerca ha dichiarato di aver effettuato una donazione nell’ultimo anno, il 66% di aver donato proprio per l'emergenza coronavirus. C'è ancora un grande divario tra donne e uomini, con le prime che si dicono disposte a donare molto più dei secondi (65% contro il 34%). Ma tra chi non ha donato, il 38% non esclude di effettuare una donazione nei prossimi 12 mesi.

Mentre sembrano perdere appeal i programmi di donazione ricorrente, le donazioni sporadiche crescono soprattutto con i nuovi strumenti online. Il 58% dice di preferire l'online, in linea con l'aumento visto anche in Donare 3.0. Gran parte hanno anche usato i social per sostenere le raccolte di amici, 1 donatore su 4 ha donato tramite piattaforme ed eventi digitali. Facebook, Instagram e soprattutto WhatsApp risultano essere i tre social media che più stimolano i cittadini a donare.“C'è un chiaro ringiovanimento della platea dei donatori” – spiega Mara Moioli, COO di Italia non Profit. “Il ruolo dei Baby Boomers è ancora rilevante nel sostegno finanziario al non profit, ma sembrerebbe non rappresentare più lo “zoccolo duro” dei donatori”.

“L’emergenza coronavirus ha giocato un ruolo cruciale per scatenare l’uso del digitale, in modo assolutamente trasversale, coinvolgendo non solo i più giovani ma anche i baby boomer” aggiunge Valeria Vitali. “Altrettanto interessante osservare che anche il nostro osservatorio Donare 3.0 registra un maggior coinvolgimento dei giovani donatori. I giovani non si limitano al dono, ma sono alla ricerca di una relazione più profonda con l’organizzazione destinataria del loro gesto di solidarietà. Donano nella misura in cui trovano spazio per dialogo, trasparenza e chiarezza sul progetto destinatario della raccolta fondi in cui sono stati coinvolti.”