Un festival musicale senza pubblico. Per molti non avrebbe senso, ma non per il Festival di Pasqua di Montepulciano, che getta il cuore oltre l’ostacolo e si offre a tutti in streaming gratuito per non spegnere la voglia di cultura e bellezza nonostante le difficoltà della pandemia. Per farlo ha voluto coinvolgere i suoi sostenitori in una campagna di fundraising che celebri il sogno di ripartenza del mondo dello spettacolo e di tutta la società civile.
Rimettere al centro arte e cultura
“Offrire il nostro festival in streaming vuol dire aggiungere complessità, lavoro e costi tecnici e nello stesso tempo rinunciare ai biglietti d’ingresso e a eventuali offerte” spiega la Direttrice Artistica Eleonora Contucci, cantante lirica e docente di Conservatorio. “Abbiamo però voluto fortemente riproporre l’appuntamento, dopo lo stop del 2020, per riaccendere questo piccolo fuoco di arte, cultura e bellezza: ricchezze di cui l’Italia, anche in tempi pre-Covid, sembrava essersi dimenticata”. Il Festival, infatti, nasce nel 2015 per volere di Eleonora e del Presidente Carlo Cavalletti, per valorizzare la vocazione storico-artistica di gioielli del Sud senese come Chiusi, Sarteano e Montepulciano, la “perla del Rinascimento”. “In questi anni l’iniziativa è cresciuta molto, riuscendo a coinvolgere grandi nomi della musica - conosciuti nella mia attività in giro per il mondo - e a offrire concerti e convegni all’interno di palazzi storici di grande fascino. Sempre con un occhio di attenzione ai giovani e ai nuovi talenti, in collaborazione con i Licei cittadini: perché un nuovo rinascimento italiano può partire solo da loro”.
Un dono per continuare a sperare
Lo sforzo per l’edizione 2021 e per continuare a crescere, però, aveva bisogno di una spinta: “In un momento di pandemia, ci siamo fatti scrupoli a chiedere fondi per un tema che è sentito come non così essenziale. Poi però ci siamo lanciati: ci hanno indirizzati subito su Rete del Dono e abbiamo scoperto che, anche per noi che eravamo alla primissima esperienza, far partire una campagna era facilissimo e veloce”. Ora questa scelta la rifarebbero cento volte, perché la raccolta è già un successo: “Viviamo in uno stato di stupore quotidiano, ogni giorno arriva il regalo di qualcuno che ci riempie di gratitudine. Noi che temevamo di infastidire con la nostra richiesta siamo inondati di messaggi che ci ringraziano di averli coinvolti in questa piccola grande lotta. Mi ha commosso che la donazione più alta sia arrivata da un amico che è stato colpito economicamente dalla pandemia: questo Festival che ‘resiste’ dà speranza a chi si rende conto che il Covid ha portato via la vita dal punto di vista fisico, lavorativo ma anche e soprattutto emotivo, spirituale, relazionale”.
Canali digitali, relazioni vere
Proprio dalle relazioni e dai contatti personali è partito il coinvolgimento dei donatori, accanto all’uso dei social. “Abbiamo appena cominciato a passare in rassegna le nostre rubriche del telefono, Whatsapp sta funzionando molto; poi passeremo alle email e infine ai recall. Anche i ringraziamenti sono personali, con dei video da parte di artisti amici del festival. Questa per me è anche una bella opportunità per riallacciare i rapporti con amici che non sento da molto e che riscopro condividere la mia stessa sensibilità. Non avrei mai immaginato che il digitale avrebbe potuto rafforzare le relazioni reali e farle progredire in qualità”. Per il Festival, poi, questa è la prima occasione per ‘contare’ i sostenitori e misurare la bontà del lavoro fatto in questi anni: “Siamo stati riconosciuti come un valore e ne siamo entusiasti: ripartiamo ora fiduciosi che il nostro progetto è vero e valido e che siamo in grado di trasmettere passione. La stessa che ha contagiato anche Massimo Cacciari, l’ospite speciale di questa edizione”.