Due avventure per due diverse cause solidali diverse, due cammini differenti per l'Italia che si incontrano per caso e da cui scatta una amicizia e molto di più. È la storia, anzi sono le storie di Massimo e Daniele, entrambi personal fundraiser sportivi, cioè due volontari che hanno deciso di raccogliere fondi per la loro causa durante una avventura. Partiti per due lunghi cammini estivi, le loro strade si sono incrociate e hanno deciso di sfruttare l'occasione per condividere non solo i passi, ma anche gli impegni per promuovere le proprie cause.
“Stavamo scendendo verso Roma e poco prima di Piacenza ci siamo incontrati in un ostello – racconta Massimo - Abbiamo iniziato a parlare e abbiamo scoperto che entrambi avremmo fatto lo stesso percorso da lì fino alla capitale e che stavamo raccogliendo fondi su Rete del Dono, anche se per due realtà diverse. Allora ci siamo detti: camminiamo insieme”.
Oltre lo sport: doppia sensibilizzazione delle istituzioni
Massimo era partito da Trieste con l'amico Alessio per raccogliere per la Lega italiana Fibrosi Cistica e arriverà fino a Santa Maria di Leuca. Daniele invece è impegnato per Salus Pueri e la pediatria di Padova. “La cosa però è andata subito ben oltre il lato fisico-sportivo – continua Massimo - Daniele doveva incontrare il Comune di Piacenza per raccontare sia la sua storia personale che quella della fondazione. Sono occasioni di sensibilizzazione importanti. Allora mi ha detto “perché non vieni con me”. E così ho potuto parlare anche del tema della fibrosi cistica all'assessore”.
Insieme la visibilità raddoppia
Un esempio perfetto di come due cause che si incontrino non si scontrano, ma aumentano le potenzialità: “Non ci rubiamo visibilità, al contrario la raddoppiamo, rendiamo il messaggio più forte. Noi per esempio camminiamo saltuariamente con Road to Rome, un grande progetto che talvolta ci ha permesso di incontrare sindaci e amministratori.”
Condivisione è la parola chiave, perché la solidarietà non ha barriere tra realtà diverse: “L'assessora di Piacenza ha giustamente segnalato come il problema per le istituzioni sia il fatto che per la stessa causa ci sono tante realtà piccole, che se non si mettono insieme sono difficili da coordinare”.
Massimo è ormai al terzo cammino. Per Daniele camminare è stata la scoperta per accettare e superare la disabilità, come dice lui “è stato la mia cura”. Sulla via Francigena quest'anno ci sono moltissimi impegnati per le cause più disparate, verso Santiago sono sempre tantissimi i personal fundraiser: “È stata una sorpresa davvero positiva, che ci dà molta carica”.
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