Le landing page - o pagine di atterraggio – sono delle pagine web che servono a spingere l’utente a svolgere un’azione, come lasciare i suoi contatti, iscriversi a un servizio o acquistare un prodotto. Questa azione in gergo è detta “conversione”. Di solito, si arriva sulla landing page da un link, da una pubblicità online, su facebook, da un banner. Per creare una landing page, bisogna tenere in considerazione che il lettore si trova davanti a tre passaggi: l’atterraggio, la conversione, e poi il passaggio successivo alla conversione.
1 - Atterraggio
L’obiettivo di questa prima parte è evitare che l’utente se ne vada subito e per invogliarlo a restare serve un testo breve e coinvolgente. Su una landing non ci sono link, pulsanti, o altri orpelli che possano distrarre o far andar via il navigatore, esclusi quelli che portano poi alla conversione. Usiamo un caso concreto per spiegare il tutto: spingere un runner ad iscriversi a una maratona e impegnarsi per raccogliere fondi per noi, che siamo una Non Profit.
Dire cosa ci spinge a partecipare come charity
In primis, dobbiamo chiarire la motivazione che ci ha spinto a partecipare alla maratona come charity partner e decidere di interagire con la community dei runner per raccogliere fondi per realizzare uno dei nostri progetti di solidarietà.
Spiegare per cosa verranno usati i fondi
Il lettore vuole sapere il fine pratico dei suoi soldi. Dire che aiuteremo i bambini colpiti da una malattia non è sufficiente, molto meglio dire che servono per “operare 20 bambini come Marco”. Allo stesso tempo, è bene ricordarsi che le persone sono interessate a partecipare a una raccolta quando vedono che altri vi partecipano e che l’obiettivo è raggiungibile. Quindi meglio dire che si è già raccolto 15mila euro sui 20mila che ci siamo posti come obiettivo, piuttosto che mettere asticelle troppo alte, tipo 150mila euro.
Coinvolgere con immagini e video
L'immagine che viene utilizzata dovrebbe supportare il testo, rendendone più facile la comprensione e proiettando chi legge la pagina verso il risultato che sarà conseguito. Nel nostro caso, l’immagine di un bambino malato e poi di lui stesso curato aiuta a comprendere visivamente come il nostro impegno economico andrà a migliorare davvero la vita di un piccolo paziente.
2 - La Conversione
Ricordiamoci che l’utente non sempre scrolla, cioè non sempre continua a leggere e si legge tutto. Perciò il nostro pulsante per la conversione sarebbe meglio metterlo in più parti del testo, all’inizio, al centro e alla fine, per esempio. Facciamo anche una prova per vedere come viene visualizzata la pagina su tablet e cellulari, che ormai sono gli strumenti più usati.
Le testimonianze danno fiducia
Tornando al nostro esempio, una volta raggiunto il primo obiettivo- coinvolgere l’utente e interessarlo al progetto e alla raccolta fondi- dobbiamo motivarlo a diventare ambasciatore della nostra buona causa, correndo e raccogliendo fondi per noi. Allora lavoriamo sulla fiducia, puntando su persone che possano garantire per noi. Meglio quindi testimonianze di runner come lui che raccontino come si sono trovati bene, le loro motivazioni e soprattutto quanto siano rimasti contenti dell’esperienza. Vanno bene anche volontari o donatori semplici, con brevi virgolettati o videointerviste.
3 - La post-conversione
Monitoraggio delle conversioni
Non dimentichiamoci di monitorare le conversioni: senza entrare nei particolari, in Google Analytics esiste una sezione, chiamata appunto Conversioni, dove è possibile monitorare i comportamenti delle persone che atterrano sulle nostre landing page. Basta stabilire un obiettivo (qui maggiori informazioni), che potrebbe essere una “Destinazione Url”, l'indirizzo della pagina di ringraziamento – quella con scritto “Grazie di esserti registrato”. Selezionando anche “Canalizzazione obiettivo” puoi controllare quanti click ci sono stati, ma anche quante persone se ne sono andate prima di completare l'azione che ci aspettavamo, per capire se la tua landing non funziona, non attrae. (A questo proposito, consigliamo di studiarsi bene le potenzialità di Google Analytics, che permette di controllare anche i download di un file e molte altre cose.
Condividere sui social
La cosa migliore sarebbe che il runner decidesse di condividere la sua iscrizione sui social network, invitando gli amici a fare altrettanto. Lui farà bella figura, e allo stesso tempo ci fa conoscere ad amici della sua cerchia, che molto probabilmente sono appassionati come lui di corsa e motivati socialmente. Infine mandiamo sempre una mail di ringraziamento a chi si è iscritto, e teniamolo sempre aggiornato su tutti i passaggi.