Alinker è un mezzo di trasporto rivoluzionario che può migliorare la vita di chi ha difficoltà deambulatorie. Come permettere a più persone possibile di averla e di godere dei suoi benefici? Con una campagna di Personal Fundraising per chiedere aiuto a tutti i propri contatti per regalare o regalarsi una di queste walking bike. È l’idea che è venuta a Carlo Pittis, manager milanese e volto italiano dell’azienda nata in Canada.
Hai scoperto Alinker a causa di una vicenda personale: ce la racconti?
Sono sempre stato una persona molto sportiva e attiva, ho sempre girato il mondo per lavoro. Poi 6 anni fa ho iniziato ad avere i primi fastidi e, nel 2018, i problemi si sono acuiti tanto da costringermi ad utilizzare un bastone per camminare. Dopo anni finalmente nel 2019 è arrivata la diagnosi: si trattava di una fistola midollare che creava infiammazione ai nervi. Dopo l’intervento chirurgico e 5 mesi di ospedale, sono tornato a casa ma ormai il danno era fatto: non avrei più ripreso a camminare e correre come facevo prima. Con i bastoni da trekking avevo un’autonomia di 200 m e poi mi stancavo, il passo diventava incerto; sedersi e rialzarsi non era semplice. Ho vissuto il rischio di chiudermi in casa, di vedere contrarsi per sempre la mia dimensione sociale e professionale. Poi ho scoperto Alinker grazie ad un articolo che parlava dell’attrice Selma Blair, che aveva cominciato ad usarla a causa della Sclerosi Multipla.
Che vantaggi hai trovato in Alinker?
Io che ho sempre rifiutato deambulatori e carrozzine ho visto in Alinker una possibile soluzione. Una volta ricevuta ho capito subito che le mie speranze erano state ben riposte. È un triciclo senza pedali, che si spinge con le gambe, pieghevole e leggero: permette di mantenersi attivi facendo meno fatica e quindi aumentando le distanze percorribili e soprattutto di muoversi in posizione eretta. Alinker è un oggetto pensato e disegnato per le persone, per aiutarle a mantenere la loro autonomia nel limite delle loro possibilità e non per un corpo malato: suscita curiosità e non pena, permette di tornare a passeggiare con naturalezza, guardando negli occhi i tuoi cari e concentrandoti su di loro e non su dove mettere il passo successivo. Alinker non è un presidio medico ma muoversi e mantenersi attivi ritarda il processo degenerativo di alcune malattie e stanno osservando che ad es. nelle persone affette da morbo di Parkinson mentre usano Alinker diminuisce il tremore e si riduce il tipico “freezing”.
Per questo hai deciso di distribuire Alinker in Italia
L’ho fatto perché spero che come ha cambiato la vita a me, lo possa fare anche per tante altre persone. L’azienda è già presente nei paesi anglosassoni, ma stava proprio cercando di espandersi anche da noi e di farlo come negli altri mercati, ovvero grazie a persone che per prime usano Alinker tutti i giorni. Ho così fondato Movimento Srl che, come l’azienda canadese, è una società benefit: accanto ai fini di lucro, la nostra ragione sociale prevede anche di perseguire fini di interesse sociale e di inclusione.
Da oggi è possibile attivare su Rete del Dono una campagna di raccolta fondi per acquistare una Alinker per sé o per un amico: come funziona?
Ho “copiato” l’idea dal Canada e dal Nord America, dove questa iniziativa sta dando la possibilità a davvero tante persone di avere Alinker superando così eventuali difficoltà economiche. È capitato che quando l'hanno ricevuta alcuni bambini, abbiano fatto una festa con tutti i loro amici perché Alinker per loro ha rappresentato il ritorno alla socialità. A chi vuole attivare una campagna innanzitutto dico di non vergognarsi a raccontare la propria storia: la disabilità non è una colpa, al di là di come a volte ti fa sentire la società. E poi non abbiate paura di chiedere, la generosità fa bene a chi riceve ma anche a chi dona. Contattateci e poi noi e Rete del Dono vi aiuteremo a promuovere al meglio la vostra campagna. Ho già parlato con alcune persone, dal ragazzo incavolato con il mondo che vede in Alinker un riscatto a una ragazza che sta pensando di fare un regalo, pensate, al suo ex fidanzato con la sclerosi multipla".