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Realizzare una raccolta fondi a scuola permette di rispondere alle necessità interne dell’istituto, intervenendo dove le risorse pubbliche non arrivano, o di supportare una causa solidale trasmettendo così agli studenti il valore del dono e della partecipazione

Una raccolta fondi per la scuola è un’attività dedicata al finanziamento di attività legate al mondo scolastico in grado di aumentare (o di sopperire, in caso di mancanza) la fornitura di beni materiali e immateriali per gli studenti e il corpo insegnanti. Spesso, infatti, la carenza strutturale di denaro impedisce a molte scuole di evolversi e di stare al passo coi tempi. Raccogliere fondi potrebbe essere la strada giusta da percorrere per sopperire questa mancanza. Oggi, d’altronde, il mondo della scuola è più intraprendente, capace di sperimentare con il digitale e il crowdfunding. Oltre che più sensibile alle esigenze del proprio territorio. Ecco perché questo è il momento giusto per coinvolgere genitori, studenti e insegnanti in una raccolta di fondi che possa portare vantaggi a tutti coloro che vivono quotidianamente l’istituto. Da dove cominciare? Vediamo insieme come si realizza una raccolta fondi per la scuola passo dopo passo.

Perché fare crowdfunding a scuola

Se vi state chiedendo perché una scuola può essere in grado di catalizzare tante donazioni, ci sono almeno due motivi validi. Prima di tutto, la scuola è una comunità coesa. Docenti, alunni e genitori costituiscono una rete forte, ideale per promuovere iniziative di crowdfunding. E spesso in grado di intervenire anche su disuguaglianze sociali e fragilità. La scuola rappresenta un esempio perfetto di community fundraising capace di prendersi cura del proprio territorio e di coinvolgere facilmente le persone.

Il secondo motivo è la crescente diffusione della cultura del dono e degli strumenti digitali. Dall’avvento della pandemia le scuole si sono rese conto che, di fronte a bisogni vecchi e nuovi, i finanziamenti istituzionali non sono sufficienti. Le dotazioni degli istituti sono spesso obsolete e nei primi mesi di lockdown abbiamo assistito ad una rincorsa alla digitalizzazione. Così anche il mondo della scuola si è avvicinato per la prima volta a piattaforme di crowfunding, sperimentando una nuova strada per sviluppare progetti di fundraising.

Che progetti finanziare con la raccolta fondi scolastica

Le scuole possono proporre raccolte fondi per molteplici progetti. In primis per necessità interne alla scuola stessa: ristrutturare spazi, ampliare strutture o implementare nuovi servizi. Ci sono poi i bisogni messi in luce dal Covid-19: acquisto di PC e tablet, misure di sanificazione e distanziamento necessarie al ritorno in classe. Allo stesso tempo, la pandemia ha reso ancor più evidente l’importanza delle attività all’aria aperta, con il potenziamento degli spazi esterni, la realizzazione di aule all’aperto e l’installazione di nuovi arredi. Oggetto di una raccolta fondi possono essere i servizi extrascolastici a sostegno delle famiglie, i progetti di orientamento, teatro e narrazione per sostenere un’educazione inclusiva e contribuire al benessere dei ragazzi a 360 gradi.

Le scuole possono attivarsi anche per contribuire a cause esterne nel nome della solidarietà. Che siano sul territorio o nei Paesi in via di sviluppo, le iniziative per sostenere realtà più o meno lontane dai ragazzi educano alla mondialità e alla cittadinanza attiva.  Permettono ai bambini delle scuole di ogni grado di ampliare i propri orizzonti e di imparare ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Con lo stesso obiettivo possono essere incentivate raccolte fondi per creare borse per tirocini all’estero, offrendo così nuove opportunità formative agli studenti. È importante, infine, anche dare vita a progetti di inclusione e inserimento lavorativo, pensando così al futuro dei propri ragazzi.

Idee per la raccolta fondi a scuola

Organizza una raccolta fondi seguendo in nostri consigli per ottenere grandi risultati.

  • I migliori promotori per una raccolta fondi scolastica sono gli studenti stessi. È importante coinvolgerli e fare in modo che si attivino in prima persona, anche con gesti quotidiani come il salvadanaio in classe per piccole rinunce, il coinvolgimento diretto di nonni e genitori, le sfide sportive. Ragazzi e bambini, con il loro entusiasmo contagioso, possono ottenere grandi risultati.
  • Anche gli ex allievi possono contribuire in veste di testimonial. Con i loro ricordi e magari i loro successi professionali, gli ex alunni possono testimoniare la bontà del lavoro della scuola e il suo impatto sulle persone, incentivando le donazioni.
  • I genitori possono essere una leva importante tanto quanto gli studenti. Solitamente si conoscono e comunicano già regolarmente, ad esempio attraverso i gruppi whatsapp. Questo facilita molto l’organizzazione di una raccolta fondi e il suo coordinamento. Chiaramente con il benestare e con il supporto del corpo docente.
  • In alcuni casi, è importante che siano dirigenti e insegnanti a mettersi in prima linea, dando il buon esempio. Il dirigente scolastico potrebbe aprire una pagina di personal fundraising fungendo da “guida” per tutti.  

Dal digitale agli eventi in presenza

  • Sfruttate il digitale: gli studenti sono maestri nel padroneggiare le nuove tecnologie. Grazie al loro contributo sarà facile realizzare video virali e diffondere altri materiali coinvolgenti ampliando la platea di riferimento.
  • Anche se l’online è importante, non sottovalutate l’importanza degli eventi in presenza nel contesto scolastico. A partire dalle classiche feste di Natale o di fine anno, cene di classe, Open day, mercatini, lotterie e merende solidali. Fino alle maratone. Ogni occasione di socialità è perfetta per coinvolgere donatori.
  • Un’altra idea può essere quella di realizzare una campagna reward. Promettere un regalo ai donatori rende il rapporto con loro più stretto e lascia un piccolo segno di ringraziamento. Pensate ad un dono originale, meglio se artigianale, magari realizzato con la partecipazione dei ragazzi.
  • Coinvolgete il quartiere o il territorio di riferimento, chiamando in causa associazioni e commercianti del vicinato. Potrebbero essere anche loro a “sponsorizzare” il crowdfunding donando degli oggetti da offrire come ricompensa, oltre a prendere parte alla raccolta fondi.
Elisa Rosso

Laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso Università di Torino, lavora da sempre nel non profit e nel sociale con un significativa esperienza nel settore raccolta fondi di grandi e piccole ONP (Amnesty International e NutriAid). Nell’autunno 2016 approda in Rete del Dono, dove si occupa di dare assistenza e consulenza alle ONP e alle Fondazioni per la promozione dei loro progetti e l'ottimizzazione delle campagne di raccolta fondi.

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