Un pellegrinaggio in solitaria, sostenuto da un gruppo di amici, per aiutare tanti bambini a rischio cecità. Una raccolta fondi diversa, tappa dopo tappa.
Adonella ha deciso di partire per Santiago de Compostela per cercare una vacanza diversa, attiva e entusiasmante. Aveva tante aspettative, le ha superate tutte. E quel viaggio da sola, per pensare e svuotare la mente al tempo stesso, è diventato invece un viaggio collettivo, con tanti amici che la spingevano via Whatsapp, dopo essersi appassionati grazie alla raccolta fondi su Rete del Dono che lei aveva aperto per Sightsavers Italia Onlus, legata all'esperienza.
Con tanti fan dietro, il Cammino è stato ancora più entusiasmante?
È stata una esperienza meravigliosa. Legarla alla raccolta fondi mi ha dato una carica forte, il supporto delle persone. Gli amici mi sono stati davvero vicini. Avevo un po' di timore, ma se n'è andato il primo giorno. Ho incontrato chiunque, sono stata molto bene. Ho pianto per scaricare la grande fatica che avevo dentro, ho riso. Ho provato tantissime emozioni, torno a casa con un arricchimento spirituale e la coscienza che la vita è una e va vissuta.
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Perché hai creato un gruppo Whatsapp per quelli che hanno sostenuto la tua raccolta?
Volevo rendere partecipi le persone che hanno contribuito a raccogliere fondi per i bambini aiutati da Sightsavers Italia Onlus. Un modo per dire “sì vai, siamo con te”. Ho pensato che Whatsapp fosse più immediato, potevo scrivere a tanti amici insieme. La sera ogni tanto scrivevo e raccontavo il mio Cammino e tanti mi scrivevano frasi motivazionali o parole di conforto. Non era protagonismo, cercavo condivisione e ho trovato tanta forza.
Come è venuta l'idea di aggiungere una campagna di personal fundraising?
È stata la scelta migliore. Alcuni dei miei contatti si sono tirati indietro, ma molti hanno preso l'iniziativa come una bella occasione. L'entusiasmo era palpabile, tanti mi hanno detto che vogliono copiarmi. Una collega ha proprio confermato che quando partirà per il Cammino, lo assocerà anche lei ad una iniziativa di solidarietà per far qualcosa anche per chi ha bisogno.
Sarebbe cambiato qualcosa senza la raccolta fondi?
Non lo so. So solo che mi ha dato molta più carica. Senza, sarei tornata soddisfatta per il viaggio, oggi sono soddisfatta soprattutto per l'obiettivo raggiunto per Sightsavers e i tanti ragazzi che potranno curarsi agli occhi ed evitare la cecità, che in Africa vuol dire una vita quasi del tutto cancellata.
Hai scelto Sightsavers perché li conoscevi?
La onlus ha la sede nello stesso palazzo dove lavoro. È stata proprio Barbara, una delle ragazze, che mi ha presentato Rete del Dono e mi ha messo curiosità.
Suggeriresti di aprire una campagna su Rete del Dono a chi parte per un viaggio come il tuo?
Certo. Consiglierei di fare il pellegrinaggio da soli, porta più emozioni, e di portarsi un cellulare di riserva per salvare i tanti momenti fantastici che si vivono. Ma non trascuriamo l'impegno sociale, arricchisce e ci fa fare una bellissima azione. Non preoccupiamoci dell'importo, quello è secondario. Inoltre non solo è stata una spinta, mi ha fatto scoprire l'affetto di tante persone che erano lontane da me nella vita di tutti i giorni, eppure non si erano dimenticate di me.