“Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno, insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita”. Una delle più famose massime di Confucio è anche la filosofia che guida il progetto di raccolta fondi di Camillo Fulchignoni, neo-laureato in medicina di Roma che, dopo un'esperienza da volontario in Africa, ha deciso di supportare l'istruzione universitaria nel continente. Con la sua campagna “Una laurea per una laurea”, Camillo sostiene la Facoltà di Medicina dell'Università Cattolica del Mozambico, per dare la possibilità agli studenti locali di diventare i medici di domani.

 

Perché hai scelto di raccogliere fondi per il diritto allo studio?

Un anno prima della laurea sono partito con il Cuamm (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari) per un tirocinio in un ospedale etiope: ero in un momento di scoraggiamento riguardo al mio percorso universitario e quell'esperienza mi ha ridato fiducia e voglia di studiare, facendomi capire che cosa volessi davvero fare nella vita. Al tempo stesso ho appreso che per le strutture locali è molto importante diventare “indipendenti”, con i propri medici e i propri infermieri, per non doversi sempre affidare agli aiuti che arrivano dall'estero.

 

Cosa ti ha colpito di più durante questo viaggio?

La situazione delle strutture ospedaliere in Africa non è delle migliori. Nonostante a detta dei miei responsabili l'Etiopia sia uno dei Paesi africani messi meglio dal punto di vista sanitario, ho incontrato tante situazioni di difficoltà: medicinali insufficienti, strumenti fuori uso, perfino alimentazione elettrica discontinua durante le operazioni. Ma quello che mi ha colpito di più in assoluto è la totale fiducia che i pazienti etiopi riponevano nella figura del medico: che fosse africano o occidentale, gli si affidavano completamente e la sua parola era legge. C'è da dire che per arrivare all'ambulatorio più vicino, spesso, c'erano due o tre giorni di cammino da fare...

 

 

In che modo questo progetto aiuterà i giovani del Mozambico?

La mia raccolta si appoggia a un progetto più ampio del Cuamm, “Sostieni il traguardo della laurea”, che permette la formazione degli studenti di Medicina dell'Università Cattolica di Beira. La Sanità del Mozambico è parecchio deficitaria: ci sono circa 900 medici per un totale di 22 milioni di abitanti e quasi la metà sono concentrati nella capitale Maputo. In particolare, il Cuamm paga borse di studio, fornisce materiale didattico, supporta tirocini e invia medici esperti a tenere lezioni ed esercitazioni.

 

Leggi anche: Il supermaratoneta che aiuta i bambini malati di tumore

 

Come hai pensato la tua raccolta?

Visto che l'esperienza in Africa mi aveva aiutato a completare i miei studi, ho deciso di restituire in qualche modo il favore, trasformando proprio la mia festa di laurea in un'occasione benefica. Così ho chiesto a tutti gli invitati di fare una donazione su Rete del Dono invece del classico regalo. Confesso di aver “copiato” l'idea da un altro volontario del Cuamm, ma nella mia cerchia di conoscenze questa era un assoluta novità e credo che l'”effetto sorpresa” abbia funzionato molto. Mi piace vederla così: ogni donazione che ricevo in occasione della mia laurea contribuirà a renderne possibile un'altra.

 

Come hanno reagito i tuoi amici a una decisione del genere?

I miei amici sono stati subito entusiasti dell'idea e mi hanno fatto tutti i complimenti per la scelta. Con il loro aiuto, sono riuscito a diffondere la campagna di raccolta fondi, soprattutto tramite il passaparola. Le donazioni, com'era prevedibile, si sono concentrate nei giorni precedenti e successivi alla festa: alcuni di quelli che sono arrivati non sapevano nulla della mia raccolta, ma hanno deciso subito di contribuire.

 

Per ora sei al 70% della tua raccolta. Sei soddisfatto?

Sono molto soddisfatto: Il mio obiettivo iniziale era raccogliere 1500 euro, una cifra comunque importante per il nostro progetto. Persone più esperte di me nel fundraising, però, mi hanno consigliato di alzare l'asticella, altrimenti avrei raggiunto subito l'obiettivo e nessuno avrebbe più donato. Con il senno del poi mi sembra un'ottima scelta: fino a ora abbiamo totalizzato il 70% dei 3mila euro previsti.

 

Quanto ti è stata utile la piattaforma di Rete del Dono?

La mia prima esperienza con questa piattaforma è stata senz'altro positiva: il sito è semplice da usare, sia per chi organizza la campagna che per chi vuole donare. Lo staff, poi, è sempre disponibile, per risolvere eventuali problemi. L'unica cosa che si potrebbe migliorare è la possibilità di fare una donazione dall'importo “nascosto”: molte persone non mi conoscevano bene e magari non volevano versare somme ingenti, ma al tempo stesso si imbarazzavano per il confronto con gli altri donatori.

 

Tornerai in Africa?

Sicuramente sì. Mi piacerebbe vedere le nuove generazioni avere la possibilità di studiare e crescere, arrivando a migliorare la situazione sanitaria del proprio Paese. Gli studenti di oggi sono il futuro dell'Africa. 

 

Apri il tuo progetto di raccolta fondi a questo link