L’emergenza Covid-19 si è abbattuta sulle organizzazioni no profit spazzando via attività pianificate, progetti ormai in rampa di lancio ed eventi di raccolta fondi programmati. Qualcuno, però, è riuscito a lavorare di creatività e a portare online un evento inizialmente pensato offline, aprendo così un canale che non è destinato ad estinguersi con la fine del lockdown. La sezione Di Milano di Aism c'è riuscita, ha coinvolto quasi 2000 persone, raccogliendo 15mila euro, il tutto solo sulla rete. Abbiamo chiesto a Marco D’Arminio, responsabile raccolta fondi, di raccontarci AISM Social Run 2020, un’iniziativa di fundraising che è già diventata best practice.
Raccogliere fondi? Fallo per i tuoi volontari
“Allo scoppio dell’emergenza - racconta D’Arminio - in ufficio abbiamo vissuto giorni di preoccupazione: abbiamo dovuto annullare molti eventi, dalla Milano Marathon alla tradizionale campagna di distribuzione di gardenie e ortensie in oltre 5000 piazze d’Italia, che ogni anno raccoglie circa 3,5 milioni di euro. Così, in previsione della Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla del 30 maggio, abbiamo pensato che avremmo dovuto fare qualcosa. Da un lato per tornare a raccogliere fondi, dall’altro per far ripartire il nostro movimento, per fare sentire alla nostra base che c’eravamo: i volontari, che al di là dei social sentivano la necessità di ritornare concretamente in azione!”
Un format inclusivo
La loro corsa così è diventata digital e ha puntato sulla massima inclusività possibile: ‘Non importa quanto corri, non importa dove corri, ciò che conta è la direzione: un mondo libero dalla Sclerosi Multipla’ è stato il messaggio diffuso sui social e sul minisito dedicato. “Abbiamo pensato a un format che non prevedesse un chilometraggio specifico o percorsi particolari per partecipare: dal passo sul balcone con il deambulatore ai 42 km di una maratona, ogni passo per noi era importante. I social ci hanno permesso di renderci visibili e connetterci insieme: abbiamo invitato tutti i partecipanti a postare un loro selfie su Facebook o Instagram con il pettorale personalizzato o la medaglia virtuale che ricevevano, con l’hashtag #aismsocialrun”.
L’arma segreta: il Ticketing di Rete del Dono
Definita l’idea, è stata decisiva la rapidità di esecuzione: “10 giorni prima dell’evento abbiamo aperto le iscrizioni, che sono arrivate tutte pochi giorni prima e durante l’evento stesso, grazie all’onda emotiva. È stata vincente l’idea di una nostra volontaria di svolgere l’evento su tutto il weekend 30-31 maggio. Parallelamente abbiamo deciso di organizzare anche una “maratona informativa” di due giorni sui nostri canali social coinvolgendo personalità scientifiche, ricercatori ma anche runner, perché l’informazione è uno dei punti prioritari di AISM. Non abbiamo pensato nemmeno un secondo di non affidarci al ticketing di Rete del Dono. Con Rete del Dono collaboriamo da tanti anni e anche questa volta hanno risolto tutti i problemi di privacy e implementato le personalizzazioni richieste. È una piattaforma affidabile, trasparente e semplicissima, sia per noi dietro le quinte, sia per i donatori, ai quali la ricevuta arriva subito. E poi, accende un sano confronto con le altre organizzazioni; siamo orgogliosi che la nostra raccolta sia andata così bene!”.
Entusiasmo alle stelle
Il successo infatti è stato tanto grande quanto inatteso: “Mi aspettavo 500 persone, ne sono arrivate 2000: la nostra base ha risposto con grande entusiasmo, sembrava non stesse aspettando altro che un’occasione per tornare a farsi coinvolgere dalla nostra causa. Anche il messaggio che temevo troppo complesso (certamente più che l’acquisto di una piantina) è passato bene. I canali digital poi non hanno tagliato fuori il target di donatori più maturo: analizzando i dati di Rete del Dono vedo una partecipazione eterogenea, oltre a una media di donazione molto più alta dell’offerta minima richiesta. Solo il 50% dei partecipanti poi sono legati alla nostra sede provinciale di Milano, il resto viene da tutta Italia e un 10% persino dall’estero”.
ROI imbattibile
Grandi sorprese sono arrivate da ASICS frontrunner e dalle aziende Edison e TXT: “Nonostante non avessimo usato il nostro database corporate, ci hanno visto sui social, hanno diffuso l’iniziativa tra i dipendenti e hanno pure fatto match giving; il tutto nel giro di una settimana, con procedure rapidissime per delle aziende”. E tutto ciò è arrivato a fronte di investimenti quasi nulli: “Giusto i costi essenziali di Rete del Dono e del dominio della landing page, che abbiamo sviluppato internamente. Non abbiamo investito nemmeno 1 euro su Facebook, eppure l’engagement degli utenti ha dato visibilità gratuita e capillare. In fondo non stavamo dando quasi nulla in cambio - se non una medaglia virtuale - e chiedevamo un coinvolgimento forse invasivo con la foto da postare. Invece è stato tutto molto naturale”.
Come trasformare un evento dal vivo in online: i consigli
- Il Fundraising è innanzitutto un lavoro sulle risorse umane: il digital senza relazioni non esiste, la rete di volontari, gli stessi molto attivi negli eventi dal vivo e nei banchetti, ha risposto presente anche online.
- Sconfiggete le resistenze al cambiamento all’interno delle vostre organizzazioni
- Nell’ideazione dell’evento, accertatevi che sia semplice e fluido (poche autorizzazioni e realtà con cui interfacciarsi) e rispettate l’identità e la cultura profonda dell’associazione: AISM ha trasmesso la sua lotta per l’inclusività anche in questo evento totalmente nuovo.
- Tempismo. Online lanciate l’evento non troppo tempo prima e prevedete una finestra temporale piuttosto che uno specifico giorno, per favorire la partecipazione al massimo e ovviare al limite che hanno gli eventi in presenza, in cui o ci sei o niente.
- La Milano Marathon e gli eventi sportivi sono già una forma di dono alternativo che sta prendendo piede, ma qui c’è qualcosa in più: la combinazione tra virtuale e in presenza sarà in futuro da sfruttare sempre di più. Il digital aggiunge almeno due aspetti agli eventi live: massima inclusività e possibilità di personalizzazione.
- “Non fate come noi, osate ancora di più” consiglia infine Marco D’Arminio. “Se avessimo avuto più tempo e l’avessimo pensata su scala nazionale invece che su scala provinciale, la cifra raccolta probabilmente oggi avrebbe uno 0 in più. Di certo noi vogliamo replicare al più presto: stiamo pianificando per la fine dell’estate un’iniziativa simile con al centro però le due ruote”.