Mobilitare i donatori “dal basso” per stimolare le iniziative “top-down” della CSR d’impresa: con questo approccio, diversi anni fa, Croce Rossa Italiana ha iniziato la collaborazione con noi di Rete del Dono. E non l’ha più interrotta, perché durante questo lungo cammino è stata testimone di come il digitale stesse diventando sempre più centrale sia per il fundraising sia per intercettare l’impegno sociale via via crescente da parte delle aziende.

Il digitale per avvicinare le aziende

 

“In questi ultimi 10 anni le aziende hanno reinventato il loro rapporto con il settore non profit - spiegano dalla Direzione Comunicazione e Fundraising - Rispetto al passato, infatti, sono più consapevoli e partecipi di progetti mirati; le organizzazioni del Terzo Settore, dal canto loro, hanno ideato forme di coinvolgimento sempre più profonde nei confronti delle aziende”. In questo gli strumenti digitali sono stati l’arma in più delle organizzazioni: “La trasformazione digitale ha reso possibile la creazione di molti più contatti e connessioni rispetto al passato e l’avvio di nuove relazioni, evitando una lunga serie di passaggi formali.

Abbattere le barriere geografiche e culturali, ci permette di raggiungere individui e realtà distanti da noi ed essere così un valido strumento nella promozione dell’inclusione. Con la speranza che nessuna richiesta di aiuto rimanga più senza voce”.

Covid-19: raccolte fondi online...

 

La rilevanza dei canali digitali si è fatta sentire con forza nel corso del 2020, quando le restrizioni sociali in vigore legate alla pandemia hanno reso molti dei tradizionali approcci di raccolta fondi inaccessibili: “Noi con Rete del Dono eravamo pronti e la raccolta fondi online è decollata, aprendo possibilità mai esplorate prima. Ci ha permesso di rispondere alla crisi epocale causata dal Covid-19, stando accanto come sempre alle persone più fragili dal punto di vista sanitario ma anche socio-economico”. La rete di solidarietà che si è innescata è stata importante e ha visto mescolarsi storie molto diverse fra loro: “Dalle iniziative di sostegno attuate dalle grandi aziende, passando alle campagne di personal fundraising fino ai piccoli grandi gesti di solidarietà che abbiamo raccolto dai territori, fatti di umanità, generosità, sofferenza”.

… e comunità reali

 

Attraverso la pandemia, un problema collettivo subito da tutti, si è creata una nuova idea di comunità che ha reso possibile un coinvolgimento e una sensibilizzazione universale. Ed è forse proprio questa rinnovata attenzione verso i temi della partecipazione e della territorialità ad aver ispirato tante iniziative di CSR aziendale: “La paura e l’incertezza ci hanno spinto verso la necessità di fare la nostra parte, non solo perché passare dal ruolo di donatore a quello di beneficiario era un rischio per tutti, ma anche per un ritrovato senso di appartenenza e di responsabilità verso un territorio”. 

Verso una CSR “bottom-up”

 

Il punto d’incontro tra mobilitazione “bottom-up” e “top-down” sono i dipendenti, masse di persone che, sposando le cause sociali, sono davvero in grado di influire sulle scelte delle loro organizzazioni: “Le migliori iniziative sono quelle spontanee, che nascono dal basso sull’onda emotiva. Ogni gesto, ogni donazione (anche la più piccola) può fare la differenza. Il suggerimento che possiamo dare alle aziende è quello di avvicinarsi a Croce Rossa, scoprire le nostre attività e quello che i nostri Volontari fanno ogni giorno. Capire a fondo la mission di un’organizzazione rende l’esperienza del dono indimenticabile”.