Le staffette solidali della Milano Marathon, l’impegno rivolto all’Italia, il boom del fundraising digitale. Quanta strada ha percorso Cesvi in questi ultimi 10 anni, e noi abbiamo provato a tenere il loro ritmo forsennato. Una corsa orientata sempre dall’interpretazione del mondo attorno a sé e dalle sollecitazioni dei propri sostenitori che, nell’ultimo anno, hanno portato l’organizzazione su un sentiero mai battuto prima: il crowdfunding culturale.
I runner per Cesvi: un movimento dal basso...
L’incontro con Rete del Dono è avvenuto un po’ per caso - racconta Claudia Bonfanti, One Off Donor Manager: “L’Accademia della Guardia di Finanza aveva scelto di sostenere Cesvi in occasione della Milano Marathon e nel 2013 individuammo insieme la vostra piattaforma. Da quel momento questo canale è stato utilizzato anche da molte altre realtà che volevano correre per noi”. Un movimento di Personal Fundraising che, inizialmente, è stato molto spontaneo: “Con i runner abbiamo da tempo un legame forte, la promozione parte da loro che si fanno portavoce per noi presso i loro contatti: e sono più efficaci di quanto potremmo fare noi, perché tramite le loro sfide personali e l’attivazione in prima persona sanno creare grande viralità attorno a una raccolta fondi”. Seguire le iniziative dei sostenitori e assecondarle è già una capacità non comune ai fundraiser. Ma Cesvi ha fatto anche un passo in più.
… ma un movimento ben coordinato
A questo approccio, infatti, si è affiancato un secondo: “Negli ultimi anni, man mano che cresceva la dimestichezza con questi strumenti, abbiamo lanciato anche raccolte fondi a guida più interna, più strutturate e meno spontanee. Anche di PF, come ad esempio le raccolte fondi di diversi team nell’ultima Milano Marathon che sono state più coordinate dal nostro team e hanno avuto ottimi risultati. Si tratta comunque di limitarsi a input, perché nel Crowdfunding - a differenza del fundraising in occasione di emergenze - la promozione diretta dell’organizzazione vale meno. Noi diamo le linee guida di comunicazione, dei suggerimenti, un’infarinatura di come funziona Rete del Dono. Questa è la cornice, ma poi a fare la differenza è la diversa personalità di ciascun Personal Fundraiser: con uno spirito più o meno giocoso sono loro che sanno come creare la partecipazione delle loro cerchie, conoscono meglio di noi il loro target di riferimento e sanno con che stile ingaggiarlo”.
Lo “sbarco” in Italia di Cesvi
Nata nel 1985 come Onp di Cooperazione internazionale, Cesvi ha sempre alimentato il suo legame con il territorio tanto che ha sviluppato negli ultimi anni progettualità sul tema dei minori anche in Italia.
. “Abbiamo riscontrato un crescente bisogno anche nel nostro Paese e così abbiamo messo a disposizione le nostre competenze in progetti a Bergamo, Napoli, Roma e Bari. La nostra campagna 2021 “Quando sarò grande” comprende tutti i nostri progetti a tutela dell’infanzia”. Un passaggio fondamentale nell’impegno locale di Cesvi è stata la recente crisi pandemica, che ha visto l’ente in prima linea nella raccolta fondi a favore di persone fragili, ospedali ma anche per la ripartenza del tessuto imprenditoriale. Proprio in questo ambito nasce la campagna di maggior successo di Cesvi su Rete del Dono: Insieme per la Musica con il Trio Medusa e Elio e le Storie Tese a sostegno delle band penalizzate dalla pandemia.
Insieme per la Musica, una scommessa vinta
130.000 euro raccolti e una grande viralità. Niente male per la primissima campagna di fundraising culturale di Cesvi: “Conosciamo il Trio Medusa da molti anni e abbiamo subito accettato la loro sfida, costruendo insieme la campagna: ci piaceva l’idea di sostenere realtà che difficilmente avrebbero ottenuto altri aiuti. Però a giugno 2020, con ancora impellente l’emergenza sanitaria, non ci aspettavamo di raggiungere così rapidamente l’obiettivo e di sollevare una reazione così calorosa delle persone. È stato determinante il ruolo dei testimonial che hanno attivato i propri fan. Noi ci siamo concentrati sui social con video di aggiornamento della campagna e il lavoro di ufficio stampa che ha fruttato più di 200 uscite stampa e in tv. Siamo contenti perché questa iniziativa ha aperto la strada al fondo Scena Unita e contributo anche alla “Casa del Sorriso” in Brasile, che tra le attività per i bambini ha sale prova e corsi di musica. Ora non ci resta che attendere la reunion live promessa dagli Elio e Le Storie Tese”.
Lo switch alle donazioni online
Forse l’esito non sarebbe stato lo stesso se Cesvi non avesse avuto le adeguate competenze digitali: “Aver utilizzato in passato Rete del Dono ci ha aiutato a non arrivare impreparati alla rivoluzione del 2020. Per noi infatti il digitale ha acquisito importanza come canale di raccolta fondi proprio nel corso della pandemia: prima era solo un canale di coltivazione dei donatori, prospect, enti o volontari. I privati usavano canali di donazione decisamente più tradizionali come il bollettino postale o il bonifico, ma nel 2020 c’è stata una decisa virata anche verso strumenti di pagamento digitali come carte di credito, home banking e PayPal. Il processo di digitalizzazione “forzata” ha riguardato tutti, ora staremo a vedere cosa succederà con il ritorno alla normalità. Se per i donatori storici passati ai pagamenti online useremo ancora direct mailing e canali tradizionali, i nuovi donatori acquisiti tramite digital li coltiveremo online con email marketing e social”.
Un futuro ibrido
La sfida dunque sarà far funzionare questi doppi canali di comunicazione, ma anche far convivere iniziative di fundraising online e i ritrovati eventi in presenza: “Dovremo abituarci a una presenza ibrida, perché nei primi tempi non tutti saranno così tranquilli a uscire di casa. I nostri eventi e gli incontri con i volontari, durante i lockdown, si sono tradotti online e hanno conservato un discreto successo di pubblico. Le dirette Facebook e Instagram o le videoconferenze sono ormai format sperimentati: abbiamo tutta l'intenzione di andare avanti anche con questa comunicazione per mantenere vivo il contatto con i followers e i donatori dell’ultimo anno, che ci hanno conosciuto in questo modo. Il digital è certamente uno strumento che si è aggiunto stabilmente ai canali tradizionali che comunque torneremo a utilizzare. La strada della compresenza è ormai segnata”.